Castello di Meleto, il Chianti Classico al futuro
di Alessandro Brizi
Tanti negli anni i progetti, dalla cantina al recupero del castello e degli edifici rurali per l’ospitalità (7 suite nel Castello e 11 appartamenti) e la crescente attenzione all’ambiente. Sostenibilità, a tutti i livelli, è oggi la parola d’ordine dell’azienda; un concetto che poggia sulla conversione bio dell’intera proprietà. «I nostri vigneti e uliveti sono coltivati in modo biologico – racconta Michele Contartese, direttore di Castello di Meleto – dove conserviamo l’equilibrio naturale del territorio con 770 ettari di boschi che, ogni anno, sottraggono 7000 tonnellate di anidride carbonica, pari a 2120 voli andata e ritorno da Londra a Los Angeles. La biodiversità è poi garantita dalle coltivazioni seminative, l’allevamento allo stato brado di maiali Cinta Senese e l’apicoltura». Proprio quest’ultima è al centro del nuovo progetto “Nel nome dell’Ape”, il cui obiettivo è triplicare il numero di questi insetti. «Abbiamo invitato – spiega Contartese – privati e soci ad adottare un’arnia, agevolando l’incremento delle api impollinatrici che non fanno bene solo sull’ambiente ma anche alle difese immunitarie delle persone».
Passando al vino, cinque i poderi dedicati: Meleto, San Piero, Casi, Poggiarso e Moci. Nei vigneti domina il Sangiovese, che dà vita a diversi Chianti Classico di grande territorialità e appeal, guidati dal Gran Selezione Castello di Meleto e i due Riserva Vigna Poggiarso e Vigna Casi. Sempre il Sangiovese è protagonista dello spumante Colto alle Bolle. A completare la gamma troviamo anche un fresco bianco da Vermentino, un raro rosso da Malvasia nera del Chianti, due rosati e un tradizionale e goloso Vin Santo.
CASTELLO DI MELETO. Gaiole in Chianti (SI) www.castellomeleto.it info@castellomeleto.it
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Luglio 2020, 06:00
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