Vino, se sa di tappo si può ottenere un rimborso dal rivenditore: ecco come fare
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Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, l'alterazione del sapore del vino dovuta ai tappi in sughero è dovuta ad un fungo, l'Armillaria Mellea, che è naturalmente presente nel legno della quercia, da cui si ricavano i tappi delle bottiglie. A concorrere a questo fenomeno possono esserci però altri funghi, tipici delle cantine, come l'Aspergillus, il Penicillium o il Mucor. L'odore di tappo che ne deriva ha un nome ben preciso: tricloroaniloso (TCA). Non è un fenomeno comune, ma neanche troppo raro: si stima che, all'incirca, il 5% delle bottiglie di vino prodotte siano affette da questa alterazione. Se avete acquistato un vino che sa di tappo, potete pretendere un rimborso presso il punto vendita, anche se sarebbe bene conservare sempre lo scontrino prima di presentare eventuali reclami.
I rivenditori, infatti, sono tenuti per legge a rimborsare i prodotti la cui qualità non corrisponde alle aspettative: lo stabilisce il Codice del consumo. Ci sono però delle tempistiche molto rigide: la scoperta dovrebbe avvenire entro due anni dall'acquisto e il reclamo va presentato ufficialmente entro 60 giorni. I produttori e i rivenditori sono tenuti a rimborsare l'acquisto, anche se non si tratta di un iter molto semplice: in caso di reclami, infatti, i tempi della giustizia potrebbero essere lunghi e la strada piuttosto tortuosa. Diversa, invece, la situazione in cui un vino dall'odore di tappo venga consumato al ristorante: in quel caso, dopo il primo assaggio, l'alterazione va fatta presente subito.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 11:35
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