Scontrino da 43 euro in panetteria, broccoletti a 38 euro al chilo: «I prezzi a Milano in una spirale oscura»

Lo scrittore Jonathan Bazzi ha denunciato il caro prezzi meneghino anche in locali che offrono un servizio che non giustifica tali eccessi

Scontrino da 43 euro in panetteria, broccoletti a 38 euro al chilo: «I prezzi a Milano in una spirale oscura»

di Redazione web

Non solo caro affitti. La foto di uno scontrino di una panetteria/gastronomia di Milano è diventata motivo di dibattito sui social dopo la denuncia da parte dello scrittore Jonathan Bazzi, che ha pubblicato la ricevuta da 43 euro con allegata immagine dell'ordinazione da consumare rigorosamente su sgabelli all'aperto: due focaccine, due fiori di zucca ripieni, due involtini, due "mozzariselle" impanate e un sofficino. Bazzi ha pubblicato nei giorni scorsi anche un'altra imamgine, sempre proveniente dallo stesso locale in Porta Venezia, in cui i broccoletti in tempura di curcuma sono venduti a 38 euro al chilo. 

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Scontrino da 43 euro in gastronomia, i prezzi a Milano

 

Bazzi ha parlato di «degenarazione oscura» per quanto riguarda i prezzi elevati di Milano in un'intervista al Corriere della Sera. «Nello stesso quartiere ci sono altri locali o pizzerie che sembrano "accessibili", ma che arrivano a chiedere 26 euro per una pizza, 12 per un dolce, 4 euro solo di coperto.

Succede qualcosa di simile a quello che accade per le case. Spesso sono brutte, vecchie, molto piccole, ma essendo a Milano ci si può permettere di chiedere prezzi alti. La domanda è consistente e gli standard molto velocemente si adeguano o si deformano». Per lo scrittore non si tratta di un lecito guadagno dei gestori dei locali alle prese anche loro con il costo della vita elevato - tra affitti e bollette - piuttosto di una speculazione. «Vendere una cosiddetta "tartare di ceci" con zucchine a 38 euro al chilo, in un contesto non di lusso, mi sembra eccessivo».

La dinamica oscura

Bazzi parla di «rapporto problematico tra immagine e realtà, una degenerazione oscura, con ricadute sulla vita delle persone e sulla salute mentale». Come in una dinamica da social network, spiega, esiste un numero sempre più ristretto di persone che sono davvero in grado di sostenere lo stile di vita legato all'immaginario della città, mentre tutto il resto - la maggioranza - cerca di seguire andando in affanno. 

 

Veganesimo e vegetarianesimo

 

Nei post sui social Bazzi denuncia anche una interpretazione sbagliata di veganesimo, che con questi prezzi sembra una scelta di vita riservata a pochi mentre dovrebbe - al contrario - essere accessibile anche più di una dieta onnivora. «Essere vegano non significa poi mangiare solo tofu o avocado, ma anche recuperare piatti della tradizione mediterranea»


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Maggio 2023, 08:52
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