«Finocchiona, il panino è un insulto»: la censura di Facebook fa infuriare il web

Facebook censura il tipico insaccato toscano e la denuncia social diventa virale

«Il panino con la Finocchiona è un insulto»: la censura di Facebook fa infuriare il web

di Niccolò Dainelli

È considerato uno degli insaccati più buoni e rinomati al mondo, ma per la censura di Facebook è un insulto discriminatorio che non può essere utilizzato sulla piattaforma social. La Finocchiona, il tipico salame toscano, diventa l'oggetto di una denuncia social che è diventata subito virale facendo infuriare gli amanti dell'insaccato. 

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La campagna incompresa

 

La tecnologia e l'intelligenza artificiale, a volte, fanno danni invece di semplificare la comunicazione. Come nel caso della campagna pubblicitaria creata da un'agenzia di comunicazione pugliese, LaboratorioCom, censurata dagli algoritmi di Meta. Secondo la censura, la campagna conteneva un insulto che prende di mira «gruppi specifici di categorie protette». Ma la parola incriminata non è altro che «finocchiona», salame tipico toscano ed eccellenza del nostro Paese.

«Insulta»

A rendere nota l'incomprensione social è l'agenzia Interiora Design che voleva promuovere un panino, fatto con il salame toscano. Ma per i social era un insulto, visto che la parola non risultava nei database.

E così, per un'associazione errata a causa della radice della parola, il post è stato eliminato: «La tua inserzione sembra insultare o prendere di mira gruppi specifici di categorie protette, pertanto non rispetta i nostri standard della community - è stato il messaggio che si è visto recapitare l'agenzia - Rimuovi eventuali contenuti offensivi dalle creatività della tua inserzione».

La denuncia social

Dopo aver ricevuto la notifica dell'eliminazione del post, l'agenzia ha deciso di condividere quanto accaduto per denunciare l'incredibile incomprensione dell'intelligenza artificiale di Marck Zuckerberg. Il post originale, infatti, recitava: «La Finocchiona è un prodotto che ha il sapore della storia. L’origine risale al Medioevo, quando i norcini per sopperire all’uso del pepe, perché troppo raro e costoso, aggiunsero all’impasto i semi di finocchio. Nacque così la Finocchiona e nel corso dei secoli successivi diventò la regina delle tavole nobiliari e delle osterie più famose della Toscana. Vieni a provare il nostro panino con Finocchiona, pecorino e pesto di zucca!». Quanto di più lontano da un insulto possa esistere, dunque, e da qui nasce il reclamo che, oltre ad aver scatenato l'ilarità del web, ha anche fatto arrabbiare più di una persona. «Caro Facebook, vorremo dirti che “Finocchiona” non è un insulto ma un insaccato tipico toscano! - replicano con un altro post, per poi sdrammatizzare l'accaduto -. L’offesa sta nel non conoscere questa prelibatezza!».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Febbraio 2023, 17:13
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