Dopo il via libera della Commissione Europea dello scorso 5 gennaio e il decreto interministeriale presentato il 23 marzo che ne regola la commercializzazione e il consumo, la farina di grillo si appresta ad arrivare sugli scaffali dei supermercati, ma gli italiani non sembrano pronti: sebbene quasi uno su 5 (19%) si sia detto abbastanza informato sull'argomento, è solo poco più di uno su 10 (il 15%) a dichiarare la possibilità di portare cibi fatti con farina di grillo a tavola. Per almeno metà degli italiani, invece, è no assoluto a questo tipo di prodotti.
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Farina di grillo, chi dice sì e chi dice no
Il Sud è il territorio con cittadini meno orientati al consumo di questi alimenti. Inoltre, solo il 24% del campione è favorevole alla vendita e il 21% alla produzione di alimenti contenenti farina di grillo. Lo rileva una indagine flash svolta presso l'EngageMinds HUB, il Centro di ricerca dell'Università Cattolica, campus di Cremona.
Tra le persone interessate al consumo emergono invece motivazioni come curiosità e la sostenibilità, rispettivamente il 64% e il 56%, con un 35%, che lo farebbe per l'apporto nutrizionale. La farina di grilli contiene di fatto una quantità significativa di proteine, oltre a fibre, minerali come il ferro e il calcio, e vitamina B12. «Gli Italiani - conclude la direttrice dell'l'EngageMinds HUB, la professoressa Guendalina Graffigna - sembrano piuttosto 'ostilì verso i prodotti con farina di grillo: il 47% del campione ritiene che possano mettere anche a rischio le tradizioni culinarie. Inoltre, il 44% ritiene che l'Unione Europea non avrebbe dovuto autorizzarne la vendita. Questi dati sono espressione di barriere culturali difficili da abbattere. La farina di grillo sta guadagnando interesse come fonte sostenibile di proteine, ma è un processo che potrebbe richiedere ancora tempo per diventare più accettato nella cultura alimentare italiana».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Marzo 2023, 17:17
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