Drink e tatuaggio, un binomio di gusto

Drink e tatuaggio, un binomio di gusto

di Nicole Cavazzuti
È amore tra bartender e tatuaggi. Una tendenza nata da tempo, ma che ora però coinvolge anche un numero sempre maggiore di barlady. Come mai? In parte, il boom dei tattoo nella mixology è trainato dagli stessi gestori dei locali serali.



«Oggi in certi contesti i tatuaggi risultano cool tanto che in molti street-bar notturni e speakeasy si chiede espressamente ai barman di mostrarli», osserva Gianluca Amoni, ideatore, bar manager e co-titolare del raffinato Mixology Bar di Milano. Classe 1975, Amoni ha petto, gambe e braccio destro totalmente disegnati. Ma mette in guardia i ragazzi: «Non bisogna esagerare. È sempre meglio evitare di farli su mani, collo e volto perché possono precludere molte opportunità professionali».

Della stessa opinione è Giovanna Rizzitelli, storica barlady del Caffè Leopardi di Milano, gestito dal padre Ruggero. Lei di tattoo ne ha ben 13, tutti però posizionati in modo da poterli nascondere sotto la divisa senza problemi quando lavora. Per concludere, sapete quali sono i disegni più in voga tra i barman? «Immagini del mestiere: gli strumenti del lavoro, il ritratto di Jerry Thomas, la coppetta Martini, il drink del cuore», risponde Fabrizio Tanglota, tra i soci titolari del Block Boutique Bar di Pozzuoli.
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Gennaio 2020, 08:51
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