Caprese foresta di Gay Odin, ecco la videoricetta

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di Francesca Cicatelli
La Caprese Foresta

Sarà per le vetrate in stile industriale da patisserie provenzale, saranno i pavimenti ottocenteschi con la patina del tempo, sarà il caldo legno, il ferro battuto e vetro dei lampadari a goccia che illuminano bilance manuali, vetrinette gelose di scatole che hanno percorso secoli e cuffie delle divise di maestre e maestri cioccolatieri, seduti intorno ad ampie tavolate di cioccolato da plasmare, roteato in palline tra due palmi della mano, una ad una. Entrare nella fabbrica di Gay-Odin è un'esperienza non solo sensoriale ma della memoria più ancestrale.

La storia di questa famosa cioccolateria partenopea inizia a fine ‘800, quando il ventitreenne Isidoro Odin, giovane cioccolatiere di Alba, intraprende il suo viaggio verso Napoli, città che sul finire dell' Ottocento rappresenta un centro culturale al pari di Londra, Parigi e Vienna, ritrovo di intellettuali ed artisti provenienti da tutta Europa. Isidoro ne subisce il fascino e s'innamora della folla che anima fino a notte fonda via Toledo. Nasce così la prima bottega Gay-Odin, semplice ma elegantemente arredata tanto da essere stata inserita tra i locali storici d’Italia. Isidoro, così affascinato dalla bellezza e dalla tradizione partenopea, si stabilisce nel quartiere Chiaia, salotto buono della città e tutti iniziano a parlare del giovane forestiero che addolcisce la città.

Da via Chiaia a piazza San Ferdinando si espande il profumo di cioccolato tostato, i napoletani sono affascinati dalle nuove ricette. Le combinazioni di sapori del giovane seducono a tal punto la clientela che, per soddisfare tutti, Isidoro apre altre due sedi: la prima a via Toledo e poi, nel 1922, la fabbrica di via Vetriera. In poco tempo il giovane vede il suo sogno realizzarsi: creare nuovi sapori e soprattutto dare spazio all’imprenditoria napoletana. Il popolo affolla le vie della città fino a notte fonda e una sosta da Gay-Odin è come oggi tappa obbligatoria: gli aromi creati da Isidoro entrano ufficialmente a far parte dei profumi e sapori della tradizione partenopea. Negli anni sessanta, Isidoro Odin e la moglie Onorina Gay trasferiscono il loro metodo alla famiglia Castaldi-Maglietta. Questo passaggio non viene avvertito dai clienti perché sia la scelta degli ingredienti che il metodo di lavorazione restano gli stessi di sempre ed Isidoro continua a dirigere la fabbrica affiancato da Nino e Giulio Castaldi.

Oggi le botteghe Gay-Odin nella città partenopea sono nove, oltre la sede a Roma e quella a Milano. L'azienda si è da poco aperte anche al mondo delle torte al cioccolato: dalle crostate ai tartufi al tiramisù alla caprese foresta. Per ora presenti solo nel point Cioccolata Foresta a via Carducci a Napoli ma ordinabili in ogni punto vendita. Nella videoricetta del Mattino è possibile rifare a casa la caprese, il dolce di cioccolato e mandorle nato per errore dal cuoco Carmine Di Fiore che, nel 1920, nel suo laboratorio artigianale sull’isola di Capri, mentre preparava una torta alle mandorle per tre malavitosi americani, giunti sull’isola campana per comprare un quantitativo di ghette per Al Capone, dimenticò di aggiungere la farina all’impasto per il terrore. La ricetta è ora rivisitata con strati di cioccolato Foresta da Gay Odin che rivela come per una buona torta caprese sia importante non schiacciarla prima della cottura, ma lanciare l'impasto a sbuffi nella tortiera, cuocere il dolce in una teglia coperta di alluminio imburrato e amalgamare gli albumi dal basso verso l'alto.


Ricetta caprese Foresta

Ingredienti per10 persone


250 gr burro

200 gr di zucchero di cui 100 nei tuorli e 100 nell' albume

5 uova da 50 gr di cui 150 gr albumi e 100 gr di tuorli

250 gr di cioccolato fondente fuso 

300 gr di mandorle tritate senza pellicina o nocciole o limone e cioccolato bianco

infornare a 170 gradi per un'ora

Copertura

cioccolato foresta: cioccolato a latte steso, temperato e arricciato


 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Dicembre 2017, 09:05
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