Roma, nella Galleria Alberto Sordi arriva lo chef Colonna

Gallerie stellate, Dopo Cracco a Milano arriva lo chef Colonna a Roma

di Marco Castoro
Vedere Galleria Sordi nel cuore di Roma senza la ristorazione è un duro colpo per romani e turisti che ogni giorno frequentano quei luoghi commerciali. La chiusura del ristorante e dei due bar a forma di ellisse è stato un duro smacco. È come se a Romolo e Remo togliessero la Lupa del Campidoglio che li allatta. Tanto più, alla luce del fatto che a Milano la Galleria Vittorio Emanuele si è data ancora più lustro con il nuovo ristorante di Carlo Cracco. Ed eccola la contromossa caput mundi. La Sorgente Group che gestisce l’edificio sta cercando un grande chef per rilanciare i fasti della Galleria Sordi. La trattativa con Antonello Colonna è ben avviata. Ironia della sorte: l’ex Galleria Colonna che si affida a… Colonna. Di sicuro Albertone non se la prenderà a male. 

Se tutto andrà in porto, verso la fine dell’estate, i due bar potrebbero rinascere sotto l’egida Colonna in Galleria, un marchio doc per quanto riguarda la ristorazione. 

Ma se a Milano Cracco può permettersi performance su più livelli, con ristorante, pizzeria, tavola calda, bar e bistrot, nella galleria di via del Corso non è possibile fare altrettanto. Perché in primis il ristorante non ci sarà più, lo spazio verrà affittato a un’altra attività commerciale. Quindi resteranno i due bar, che secondo le intenzioni di massima dovranno riprendere vita rimettendoli in piena di attività in uno stile liberty e più raffinato. I due bar ovali non saranno più sotto il marchio Espressamente Illy, avranno un orario dalle 8 alle 21 (lo stesso periodo dell’apertura dei punti commerciali). La proposta gastronomica sarà d’élite e i posti a sedere si trasformeranno in un salotto in galleria. Si parte al mattino con croissanterie, caffetteria e salati fino alle 12. Seguirà il pranzo, con piatti freddi e raffinati destinati a cancellare il concetto di ristorante. Quindi anche se ci sarà uno chef come Antonello Colonna i clienti non troveranno le rinomate cacio e pepe o amatriciana dello chef, bensì altri piatti raffinati che ricordano le vecchie salsamenterie e tavole fredde poi diventati bistrot, con specialità tipo galatina di pollo, insalate russe, aragoste in gelatina, petti di spigola con salse e maionese. Del resto la pasta non si può cucinare 200 metri fuori per poi essere portata in galleria nelle buvette a cielo aperto. Può essere sostituita, tanto per fare un esempio, da caviale con primo di grano saraceno, cipolline e cetrioli, accompagnati da due flute di champagne. Nel pomeriggio toccherà agli aperitivi con cocktail e cose sfiziose fredde. Perché per avere pietanze calde occorrono forni che non facciano fumi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Aprile 2018, 09:42
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