Antonino Cannavacciuolo: «La tv mi ha cambiato, ma resto un bambino curioso»

Antonino Cannavacciuolo: «La tv mi ha cambiato, ma resto un bambino curioso»

di Rita Vecchio
Di certo non passa inosservato. Per bravura, simpatia e stazza. Antonino Cannavacciuolo, chef bistellato di Villa Crespi sul lago d’Orta e volto di Masterchef, firma autografi e posa in foto, «restando sempre con i piedi per terra». 

I suoi aggettivi vincenti? 
«Curiosità, ricerca, sostanza». 

Come riesce a metterli insieme? 
«Difficile se sei solo. Facile se hai una squadra che ti segue. Come la mia, che mi fa divertire e venire voglia di fare sempre di più». 

In effetti, nella sua cucina ci sono tanti giovanissimi. 
«Sono tutti piccoli cannavacciuoli con la mia stessa determinazione. Loro mi stimolano e sono, come me, alla ricerca continua di perfezione».

Era il suo sogno diventare chef?
«Ti chiamano chef, ma sei cuoco. Il cuoco è chi cucina e che ama farlo. Ho mosso i primi passi intorno al cibo e alla sua napolitudine. Sono cresciuto in mezzo a sapori di casa e di famiglia: la pizza al metro, il mare, gli ingredienti che ti fanno diventare curioso, i sapori di una volta che ti permettono di saltare dalla tradizione alla sperimentazione».
 
E quando si fa il salto?
«Quando hai la conoscenza giusta per poter giocare con l’ingrediente. Un po’ come si fa con le persone. Non ti puoi permettere di scherzare subito.

E come si fa a mantenere i piedi per terra quando si ha successo?
«Con umiltà e disponibilità. Mi ritengo fortunato e non smetto di ringraziare per quello che sto facendo. Ci sono tanti cuochi, anche più bravi di me, che non hanno avuto la mia stessa fortuna».

Masterchef l’ha cambiata? 
«La televisione mi ha cambiato, non Masterchef. Posso girare molto, toccare il prodotto, vedere, osservare, conoscere la storia di un territorio. Tutto questo mi riempie il bagaglio, in una sorta di dare per avere». 

E gli altri colleghi di Masterchef? 
«Sto più con Bruno che con mia moglie. Scherzi a parte, Barbieri è l’enciclopedia della cucina. Bastianich una macchina da guerra da imprenditoria. Locatelli, ha fatto la storia della cucina italiana all’estero». 

Un errore che si fa? 
«Non essere curiosi. E invece, bisogna avere la stessa curiosità di un bambino».

Un sogno da realizzare? 
«Vedere realizzati i sogni dei miei figli».

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Ultimo aggiornamento: Domenica 31 Marzo 2019, 21:06
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