Covid, infermiera denuncia: «Io, infetta per mancanza di mascherine. Ho contagiato mio padre ed è morto»
di Stefano Buda
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La posizione più critica appare quella di una Rsa che è finita anche al centro di una denuncia presentata da una ex infermiera. La donna, che ha prestato servizio nella casa di cura dall’11 marzo al 3 aprile scorsi, sostiene di avere contratto il virus sul posto di lavoro, finendo poi per contagiare l’intero nucleo familiare: padre, madre, zio e figlia minorenne, con i quali convive a Cappello sul Tavo. Il padre, di 64 anni, un mese dopo è morto in ospedale proprio a causa del virus, mentre lo zio invalido risulta tuttora malato. I vertici della rsa avrebbero scaricato le responsabilità sull’infermiera, accusandola di essersi recata al lavoro nonostante fosse consapevole di essere positiva al Covid.
La donna, assistita dall’avvocato Carlo Corradi, respinge con forza tale addebito e anzi punta il dito contro l’azienda, ritenendola responsabile di “avere determinato il suo contagio”, successivamente risultato letale per il padre. Nella denuncia fornisce un’accurata ricostruzione dei fatti, con dettagliati riferimenti temporali, evidenziando come nell’ultimo periodo sia stata “costretta ad accudire, oltre agli anziani ospitati nella Casa di Cura, anche persone che erano state fino a quel momento ricoverate all’interno dell’Ospedale Civile di Pescara per svariate patologie e di lì trasferite presso la Rsa. In particolare lamenta di essersi trovata ad operare “in un ambiente gravemente esposto al contagio, in assenza di specifica informativa, di specifica formazione anticontagio, in assenza di minimi strumenti di prevenzione anticontagio, in assenza di adeguati dispositivi e presidi Dpi”. Spetterà ora agli inquirenti fare piena luce sull’accaduto e individuare eventuali responsabilità.
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Settembre 2020, 12:10
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