Coronavirus, pranza a Codogno con il paziente 1, allarme a Pescara

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di Vito De Luca
Coronavirus, a Pescara «un tecnico sessantenne – racconta un medico di base di San Giovanni Teatino, che preferisce rimanere anonimo – è in quarantena». Per il momento non vi è alcuna diagnosi di coronavirus, ma il timore del paziente è di avere contratto il Covid 19. Già, poiché, racconta il medico di famiglia che lo tiene in cura, «il mio paziente ha frequentato, per motivi di lavoro, il trentottenne ora ricoverato all’ospedale di Codogno», dice, riferendosi al primo italiano ad aver contratto il coronavirus.

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«Si sono visti più volte – continua il medico – sia a pranzo, sia a cena e quindi la possibilità di un contagio esiste. Il mio paziente – prosegue il dottore – è stato a Codogno ed è tornato venerdì sera. Una volta giunto a casa, mi ha telefonato illustrandomi la situazione e immediatamente abbiamo telefonato al 118, il quale ha disposto la messa in quarantena. Ora, infatti – fa sapere sempre il medico – il mio paziente è a casa, con la moglie, e non esce. E, come da protocollo, viene monitorato, telefonicamente, dalla Asl di Pescara, ogni due ore. Potenzialmente – specifica il medico – il paziente, che è asintomatico, potrebbe sviluppare la malattia e per questo deve rimanere in isolamento». Il dottore ha poi anche riportato che il suo paziente, nei colloqui, gli ha reso noto che il medico di base del cosiddetto “paziente 1” di Codogno, è stato a sua volta ricoverato.

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«Ora – continua il medico di San Giovanni Teatino – siamo in attesa di un esame da parte della Asl, per la diagnosi del mio paziente». Intanto il medico si premura di dispensare consigli per la prevenzione. «Nel caso si abbia qualche sospetto di aver contratto il virus – spiega – si avverta subito il proprio medico di famiglia, ma attraverso il telefono, evitando di andare da lui personalmente, come pure evitando di recarsi al Pronto soccorso degli ospedali. Il rischio sarebbe quello di diffondere il virus. Comunque è fondamentale un adeguato comportamento, per quanto riguarda l’igiene personale». Come ricorda il dottore , «è necessario il lavaggio frequente delle mani. Come pure il coprirsi il naso e la bocca dopo aver tossito, lavandosi subito dopo le mani, è un gesto che andrebbe ripetuto sempre, non solo durante le epidemie».

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Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Febbraio 2020, 18:35
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