Coronavirus, piccoli ospedali: la battaglia del sindaco di Guardiagrele
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«Sono stati soppressi - ricostruisce il sindaco Dal Pozzo - posti di Medicina, Geriatria e lungodegenza, 50 nell’ultima fase. A dispetto dell’idea di far decollare il distretto con ambulatori e diagnostica, la risposta è mancata. La Radiologia è operativa solo al mattino dei giorni feriali, le ore di specialistica sono limitate». Ma i piccoli presidi, oggi, possono servire a «dare riposte alle patologie di media e bassa complessità che interessano i nostri bacini. A Guardiagrele fanno riferimento 40 mila abitanti di zone interne, che hanno difficoltà a raggiungere Chieti». Gli errori, per il primo cittadino, si sono susseguiti: come a fine del 2019, quando «si è deciso di togliere i medici dalle ambulanze dei nostri centri: gravissimo, se si considera che quello in emergenza è un lavoro di squadra che coinvolge più operatori e se si continua a programmare sulla base di software e formule matematiche. Quando lo dissi al direttore della Asl, mi rispose che dovevo pensare a pulire le strade dalla neve», racconta
Dal Pozzo, che incalza: «Una cosa è programmare, un’altra verificare sul campo».
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E il Coronavirus non ha cancellato il problema: «Destinare alle patologie no Covid queste strutture, riattivandole, significa riconquistare un diritto fondamentale e restituire dignità ai territori». Insieme ai colleghi di altri 46 Comuni della regione Abruzzo, Dal Pozzo ha promosso una proposta legislativa per la riattivazione di posti di Medicina e Geriatria e di lungodegenza in tutti gli ospedali disattivati.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2020, 15:29
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