Deve ricoverarsi per un intervento e scopre di essere contagiato dal coronavirus

Deve ricoverarsi per un intervento e scopre di essere contagiato dal coronavirus

di Patrizio Iavarone
Quarantaquattro giorni senza nuovi contagi, da quel 15 aprile scorso quando la Asl comunicò gli ultimi due positivi nella città di Sulmona. Un piccolo record che non ha certo però garantito al capoluogo peligno l’immunità: ieri, infatti, il numero dei casi è tornato a crescere, anche se non è stato registrato nel bollettino regionale della Protezione civile che ieri per la prima volta dall’inizio dell’epidemia ha segnato zero contagi, aggiornati, però, alla giornata di mercoledì.

L’esito del tampone eseguito su un settantenne di Sulmona è d’altronde arrivato ieri mattina e ha, per così dire, rovinato la “festa”, tanto più che a differenza degli ultimi casi non si capisce come l’uomo possa essere rimasto infetto, avendo, dice, usato tutte le precauzioni necessarie le poche volte che è uscito di casa anche dopo la fine del lockdown. In realtà un’altra positività, dopo il 15 aprile, è stata registrata anche domenica scorsa, ma si è trattato di un’infermiera del San Raffaele che era già rimasta contagiata e che, dopo aver negativizzato, ha avuto una ricaduta. Tecnicamente, quindi, il caso di ieri è il primo nuovo caso dopo quasi un mese e mezzo di tregua e, allo stesso tempo, è la dimostrazione di come in giro ci sono ancora molti asintomatici: un esempio che dovrebbe convincere giovani e anziani ad essere molto prudenti nei rapporti sociali.

Il settantenne, che ora si trova in isolamento sanitario attivo insieme alla moglie convivente, è infatti del tutto asintomatico: di essere positivo lo ha scoperto ieri a seguito dell’esito del tampone che gli era stato fatto qualche giorno prima all’ospedale di Pescara dove doveva ricoverarsi per un intervento chirurgico. Un controllo diventato regola e che ha impedito che un paziente positivo venisse ricoverato in corsia. Tra oggi e domani il tampone sarà ripetuto all’uomo e fatto anche alla moglie, con la speranza che possa trattarsi (data l’assenza di contatti avuta dai due) di un falso positivo. Di fatto, però, da ieri il numero dei positivi è salito nell’area peligna a 63 unità, una sola delle quali ricoverata in ospedale (in terapia non intensiva), nove in isolamento domiciliare, cinquanta guariti e tre deceduti. Undici, invece, sono quelli in sorveglianza attiva (compreso l’Alto Sangro), mentre sono diciassette quelli (sempre tra Valle Peligna e Alto Sangro) in sorveglianza passiva (decisa autonomamente da chi ha avuto contatti a rischio). 
Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Maggio 2020, 10:13
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