Sfigurato con l'acido a Milano, parla il complice
della coppia diabolica: "Volevano colpire ancora"

Sfigurato con l'acido a Milano, parla il complice della coppia diabolica: "Volevano colpire ancora"

di Benedetta Dalla Rovere
Alexander Boettcher era il regista degli agguati agli ex fidanzati di Martina Levato. La ragazza e l’amico Andrea Magnani obbedivano solo ai suoi ordini.





A rivelarlo è stato il bancario 32enne, accusato di essere complice della coppia nella preparazione dei blitz punitivi, interrogato per oltre 4 ore nel corso del processo agli amanti diabolici che il 28 dicembre hanno ha tentato di cancellare la faccia con il liquido corrosivo al 22enne Pietro Barbini. Se non fossero stati arrestati subito dopo Alex e Martina avrebbero continuato. Avevano già segnato su dei bigliettini con nomi e numeri di targa delle auto delle vittime successive. Tra queste, la sorella di Barbini, la fidanza di Giuliano Carparelli, aggredito il 15 novembre in via Nino Bixio e salvo solo perché ha avuto la prontezza di ripararsi con l’ombrello e un terzo uomo spesso all’estero.



«Provavo soggezione nei confronti di Alexander e anche Martina», ha dichiarato Magnani nel corso dell’udienza a porte chiuse. «In quel momento stavo vivendo una situazione economica, personale e familiare faticosa e difficile» e il broker era un appoggio. Magnani, invece, è stato arrestato il 3 febbraio e ha spiegato che si era reso conto della portata di quello che aveva ritenuto essere solo uno «scherzo goliardico» solo dopo aver visto Pietro Barbini ferito e dolorante. Una volta messa a fuoco la situazione, Magnani ha affrontato un “periodo terribile” e il rimorso lo ha spinto alla soglia del suicidio.



Le indagini, però, hanno accertato che era presente sia la notte del 2 novembre in via Quarto Cagnino, quando è stato aggredito per errore lo studente Stefano Savi, e il 15 novembre in via Nino Bixio quando il fotografo Giuliano Carparelli si è riparato dal liquido corrosivo aprendo l’ombrello. Il 32enne ha anche ammesso di aver acquistato due taniche di acido solforico in via San Dionigi tra il 13 e il 14 novembre. Boettcher però si è «arrabbiato perché la gradazione era troppo bassa». «Difficile credere alla sua inconsapevolezza», il commento del legale della famiglia Barbini, Paolo Tosoni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Marzo 2015, 09:10