Il ministro Giannini contestata alla Festa
dell’Unità di Bologna con pentole e posate

Bologna, il ministro Giannini contestata alla Festa dell’Unità
BOLOGNA - In Parlamento il ddl «La buona scuola», in piazza la protesta. La più accesa alla Festa dell'Unità di Bologna, dove il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è stato contestato dai Cobas e il dibattito è stato interrotto. È un malumore diffuso quello che sta sollevando la riforma della scuola varata dal Governo Renzi. Un malumore che riempie le piazze. E non solo di proteste sindacali. A fianco degli scioperi e dei cortei, c'è la protesta silenziosa, spontanea e auto-organizzata dei lavoratori della scuola. Sfociata ieri sera in un flash mob, che ha celebrato il funerale della scuola statale in oltre cento piazze.



E oggi la replica, con uno sciopero nazionale proclamato da Anief, Unicobas e Usb e un corteo di «10 mila persone», tra prof e personale Ata, a Roma per dire che «la scuola la cambiamo noi». Ma il governo va avanti. Il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, promette che il ddl diventerà legge a giugno. Una posizione non condivisa da tutti. Il ministro Giannini questa sera è stato contestato alla Festa dell'Unità di Bologna da alcune decine di persone, studenti e insegnanti del Cobas scuola, che hanno interrotto il dibattito al quale era invitato.



Appena ha iniziato a parlare i contestatori hanno cominciato a battere cucchiai e forchette su pentole e padelle impendendole di fatto di parlare. Dopo 20 minuti il dibattito è stato annullato. Nonostante i ripetuti appelli al dialogo i manifestanti non hanno interrotto la loro rumorosa protesta e il ministro se ne è andato. Intanto oggi è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl in Commissione Cultura e Istruzione alla Camera.



Circa 2.400 quelli pervenuti. Il gruppo misto, ad esempio, ne ha depositati circa 100 per chiedere tra le altre cose «maggiori garanzie ed equità nelle assunzioni». Faraone intanto ha rassicurato gli idonei del concorsone del 2012, al momento esclusi dal piano di assunzione, per i quali «stiamo cercando una soluzione», e parlando delle proposte di modifica avanzate dal Pd, ha annunciato una delega al Governo per introdurre la valorizzazione del Made in Italy in tutte le scuole. La Commissione comincerà la discussione lunedì alle 10, mentre oggi è stato il turno delle piazze. Anche di quelle virtuali: su Twitter sono state postate le foto dei flash mob di ieri.



Da Torino a Reggio Calabria, da Milano a Catania, da Verona a Cagliari, migliaia di insegnanti si sono vestiti a lutto e hanno riempito più di 100 piazze con i loro lumini. Gremita la scalinata di Trinità dei Monti a Roma. «Solo a Napoli, in piazza del Plebiscito - racconta Antonietta Toraldo, docente al liceo classico Garibaldi - eravamo in 1.500». Un'idea nata sui social network, che è diventata virale in poche ore e ha coinvolto tutta Italia. «E non sarà l'unica iniziativa», assicura Toraldo. Una protesta rafforzata oggi dallo sciopero, che ha obbligato alcune scuole a chiudere per carenza di personale e che ha portato migliaia di lavoratori a Roma, riunendoli prima in un corteo e poi in un sit-in davanti a Montecitorio. «Bisogna stracciare e buttare nel cestino il ddl»: ha detto il segretario nazionale di Unicobas, Stefano D'Errico. «La riforma va ritirata e riscritta daccapo», ha ribadito l'Anief.



E mentre il sottosegretario Faraone ha definito questo sciopero «incredibile» visto che con «il provvedimento si assumono centomila precari, si investono sulla scuola 3 miliardi di euro e 4 sull'edilizia scolastica», le opposizioni hanno invitato il governo ad ascoltare la piazza. «La buonascuola, quella vera insomma - cinguetta Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, su Twitter - riempie le piazze di tutta Italia.
Il governo Renzi a questo punto, prima di compiere ulteriori danni, si fermi e ascolti». «Renzi, lo senti il loro fiato sul collo? Senti il grido che arriva da queste piazze? - chiedono i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Cultura di Camera e Senato, oggi a fianco dei manifestanti - sono gli insegnanti, di ruolo e precari, che stanno provando a fermare la vergognosa riforma imposta dal governo». Diversa invece la posizione della responsabile scuola di Forza Italia, Elena Centemero, che chiede lo stop al corporativismo e invita Renzi ad andare avanti, perchè nel ddl «ci sono aspetti che condividiamo e che sono stati parte dei nostri programmi».

Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Aprile 2015, 10:20
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