Lo credono morto e lo seppelliscono:
il bebé si salva dopo due ore sotto terra

Lo credono morto e lo seppelliscono: il bebé si salva dopo due ore sotto terra

di Federica Macagnone
PECHINO - Hanno preso il corpicino inerte, l'hanno riposto sotto un albero e lo hanno sepolto. Pensavano che quel feto, che secondo i loro calcoli sbagliati aveva quattro mesi, non fosse sopravvissuto a quello che sembrava un aborto: e invece la forza di quel piccolo cuoricino ha continuato a battere per due ore sotto il cumulo di terra.

Voleva vivere a tutti i costi. E ce l'ha fatta.



Lu Xiaoyun vive con il marito He Yong, la figlia di 7 anni e la madre a Dongdong, a nord-est della Cina, nella provincia di Liaoning. La donna, convinta di essere al quarto mese di gravidanza, era a casa quando è stata colpita da dolori lancinanti allo stomaco. Lu ha chiamato immediatamente il marito che, tornato di corsa dal lavoro, l'ha trovata in un pozza di sangue. Per i due non c'era alcun dubbio: Lu aveva avuto un aborto spontaneo e il feto era morto.



He ha chiamato l'ambulanza e i paramedici hanno portato la donna in ospedale. «Dov'è il neonato?» ha chiesto uno dei soccorritori. «Non c'è più nulla da fare, è inutile» ha risposto l'uomo sconsolato per la perdita.



Intanto il corpicino del bimbo era passato nelle mani della nonna. «È morto» ha detto He prima di lasciare la casa e di seguire la moglie in ospedale: la suocera è andata sotto un albero del cortile, ha scavato una buca e ha riposto il bimbo. Poi lo ha coperto di terra ed è rientrata a casa. Ma il piccolo era ancora vivo.



Quando i dottori in ospedale hanno chiesto di controllare il bambino perché solo un'attenta valutazione avrebbe potuto appurare se era morto, il padre si è precipitato nuovamente alla fattoria per scoprire che il figlio era stato sepolto: ha iniziato a scavare freneticamente con le mani per arrivare al piccolo che, miracolosamente, dopo due ore, ancora respirava.



I medici hanno dichiarato che il bimbo era di sei mesi e non di quattro come credeva la famiglia: è salvo ed è ricoverato in ospedale. Ma le difficoltà per questa famiglia non sono finite. He è l'unico in famiglia a lavorare e, dopo tre giorni di degenza, mamma e figlio sono stati dimessi dall'ospedale nonostante avessero ancora bisogno di cure.



«Mia suocera ha una malattia cronica e ho una figlia di 7 anni. Mia moglie non ha un lavoro. Io sono l'unico che porta uno stipendio a casa» ha detto He.

I soldi erano finiti ma non la bontà di alcuni donatori che, una volta venuti a conoscenza della storia, hanno finanziato il ricovero del bambino.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Dicembre 2014, 11:04