Il Parma è fallito: nei conti un buco di 218 milioni

Il Tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento del Parma calcio, disponendo contestualmente l'esercizio provvisorio del club. Si era svolta oggi rigorosamente a porte chiuse l'udienza pre fallimentare per decidere le sorti della società. L'avvocato Osvaldo Riccobene, membro del collegio sindacale, che rappresentava il Parma, nel corso dell'udienza non si è opposto. "Noi cerchiamo di mantenere i veri valori della società, cioè i dipendenti alcuni giocatori e anche il valore patrimoniale di questa società, non per il collegio sindacale che andrà a finire inesorabilmente, ma per gli stessi dipendenti e per il curatore fallimentare quando eventualmente ci sarà". “Ritengo che domenica si possa giocare, anche perché non giocare domenica sarebbe un danno notevolissimo”. Insieme a lui c'era anche Marco Preti, direttore amministrativo e finanziario del club, che prima della sentenza si era espresso in merito alla vicenda. “Spero che il prima possibile venga decisa la nostra sorte. Visto che la società non ha presentato nessun piano e che il nostro destino è quello del fallimento, io chiedo che si decida quanto prima la nomina di un qualcuno che metta in condizione noi della società di lavorare”. Nessuna traccia, invece, dei rappresentanti del presidente Giampiero Manenti, da ieri in carcere a San Vittore. Al collegio presieduto da Pietro Rogato, Manenti aveva comunicato di non avere intenzione di presentarsi in udienza, che si è svolta in maniera perfettamente regolare.
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