"Amavo troppo la vita": la storia di Damiana, malata di sclerosi che ottiene l'eutanasia

"Per una persona che ha amato la vita, quando la malattia ti nega tutto non si gode più di niente. Non è vita questa". Con queste parole Damiana, una donna malata di sclerosi multipla che è riuscita ad ottenere l'eutanasia legale in Svizzera lo scorso 4 settembre, spiega la sua decisione in una intervista realizzata da Radio Radicale diffusa oggi. La donna, di 68 anni, descrive nel colloquio tutte le fasi della malattia. "Adesso mi trovo relegata a letto - racconta - ho dolori fortissimi, le mie mani tremano. Non voglio aspettare di rimanere paralizzata del tutto. Non basta l'assistenza, la dignità personale ha varie sfumature, e uno che abituato a fare tutto da solo non accetta una assistenza totale, nell'igiene, nella nutrizione". La complessa procedura per ottenere l'eutanasia, in cui la donna è stata aiutata dall'associazione Coscioni, ha richiesto più di due anni e circa 10mila euro. "Martedì avrò una prima visita con un medico - ha spiegato Damiana - il giorno dopo un'altra visita con il medico. Il terzo giorno se non avrò cambiato idea loro mi daranno una bevanda che devi bere da solo, ti fa addormentare e non ti risvegli più. Io potevo permettermelo, ma chi non può che fa?". Una legge di iniziativa popolare è ferma da un anno in parlamento. "Ci sono persone che fanno scelte diverse in condizioni peggiori, ed è un dovere garantire loro l'assistenza necessaria - ha ricordato Marco Cappato, tesoriere dell'associazione - il punto non è valutare se una vita sia degna di essere vissuta, ma garantire un diritto civile".
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