Twitter, Musk e le persone

Maddalena Messeri

L'affare del secolo si è trasformato in pochi mesi nella causa social più grande della storia: è saltata l'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, con l'annullamento dell'intesa da 44 miliardi di dollari. «Twitter non ha rispettato i suoi obblighi contrattuali e non ha fornito le informazioni commerciali richieste» accusa Musk, e la società fondata da Jack Dorset replica: «Ci impegniamo a concludere la transazione al prezzo e ai termini concordati con il signor Musk e intendiamo perseguire un'azione legale per far rispettare l'accordo di fusione. Siamo fiduciosi che prevarremo alla Delaware Court of Chancery».


La guerra legale è iniziata, ma perché? Il problema più grande è legato al numero degli account finti, dei bot, che animano Twitter e che nonostante facciano fare immensi ricavi alle società che li gestiscono, evidentemente non sono monetizzabili. È proprio questo l'aspetto più interessante di questa mancata fusione: cioè che il valore di una piattaforma social lo determinano i suoi account reali. Siamo dunque noi, con i nostri nomi e cognomi, che ogni giorno postiamo, twittiamo, condividiamo foto e video, a determinare il prezzo di Twitter, Facebook, Instagram o TikTok. Perché un social senza le persone non vale niente. Torna utile dunque una citazione del documentario The Social Dilemma: Se non stai pagando il prodotto, quel prodotto sei tu. Così noi continuiamo tranquilli a twittare, proprio come Elon Musk ma senza il suo Iban.  Leggi l'articolo completo su
Leggo.it