Di quest’ultimo gruppo fanno parte Olsen e Cristante, comunque non esenti da critiche per i frequenti alti e bassi. I macigni più grossi per il futuro ds - che sia Massara, Mirabelli o Ausilio - si chiamano invece Pastore, Schick, Nzonzi, Santon, Defrel, Kluivert e Karsdorp. Nessuno di loro ha giocato da titolare nel derby e probabilmente non lo farà neppure domani col Porto. Un pacchetto da 110 milioni con stipendi decisamente elevati: dai 3,5 più bonus del Flaco ai 3,1 di Nzonzi passando per i 2,5 di Schick. Cessioni difficili da gestire così come complicato sarà limare il monte ingaggi che la Roma intende abbassare viste le eccessive spese di gestione. Un’eredità pesante che ha fatto innervosire pure Pallotta. Lo dimostra la concessione di un budget a zero per gennaio che ha impedito a Monchi di rinforzare la squadra nonostante le evidenti defaillance della rosa (soprattutto in difesa).
Ma ci sono altri giocatori che rischiano di portare in cassa meno soldi del previsto. Manolas ha una clausola da 36 milioni (bassa visti i valori di mercato) e non intende eliminarla; Dzeko va in scadenza di contratto e non ci sono appuntamenti per il rinnovo mentre Kolarov, Perotti e Fazio vista l’età potrebbero partire quasi a titolo gratuito. Per questo decisiva sarà la qualificazione in Champions e il passaggio ai quarti di domani. Due traguardi che farebbero sorridere un bilancio comunque tornato positivo. All’orizzonte sulla panchina, invece, c’è Gasperini più di Sarri, a meno che Di Francesco non venga esonerato prima. E una nuova e giovane rivoluzione.
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