Roma-Lazio 2-0, le pagelle dei giallorossi: Fuzato sorprende, Dzeko si mangia la difesa laziale

Roma-Lazio 2-0, le pagelle dei giallorossi: Fuzato sorprende, Dzeko si mangia la difesa laziale

Roma-Lazio 2-0, le pagelle dei giallorossi

 

Fuzato 7,5: Conclude il suo periodo stagionale all’Olimpico nella parte che ha visto protagonisti altri portieri brasiliani. Lui non è da meno. Al 27’ mette la mano di richiamo per stendere un velo pietoso dopo l’errore di Ibanez, allo stesso minuto ma nella ripresa impedisce a Immobile di segnare un gol alla Amantino Mancini. Due parate decisive che denotano i progressi di Fuzato di nuovo preferito a Mirante. Attento pure su Milinkovic e sulle uscite.

 

Karsdorp 7: Il processo di crescita passa pure da serate come questa. L’olandese è meno libertino rispetto al solito e limita le sue discese per non concedere il fianco a Lulic e compagni. Una prestazione matura, di strategia tattica e fisico alla Ragnarr Lobrók. Nella ripresa intuisce che si può fare qualcosa in più e va a mettere due palloni tesi dei suoi in mezzo all’area di Reina. Un anno fa in molti (forse pure lo stesso Rick) avrebbero sorriso pensando a lui come uno dei migliori giocatori stagionali. Eppure è così.

 

Mancini 6,5: Portatore positivo di grinta e con una soglia di attenzione decisamente più alta rispetto alla sfortunata trasferta milanese. Si prende la briga di spegnere Immobile per un’ora buona e di andare a ringhiare su iene e avvoltoi che si aggirano su una Roma malandata ma non morta. Bravo anche a tenere la linea del fuorigioco come un raggio laser sul quale si disintegrano le punte biancocelesti.

 

Ibanez 5,5: All’andata era finito dietro alla tenda per la vergogna. Stasera inizia con un passaggio maligno per Darboe, poi riecco passi da Roberto Bolle in area che fanno divertire solo i laziali. Al 27’ deve correre a ringraziare Fuzato. Friabile pure sul di certo non dirompente Muriqi. Poi esce dal derby, ma non c’è mai entrato seriamente. (37’pt Kumbulla 7: trema decisamente meno del brasiliano e fa valere tutti i suoi spigoli per mettere ko Muriqi e Immobile e ritagliarsi un bella partita di fine stagione. A conti fatti il cambio più involontariamente azzeccato dell’anno)

 

Bruno Peres 5,5: Subito un giallo, poi tanta fatica nel contenere Lazzari e qualche ripartenza morbida delle sue. Non ha nelle corde le capacità di fare il terzino basso di uno schieramento a quattro nonostante le buone intenzioni che lo portano pure a spingere lo start dell’azione del gol di Mkhitataryan. (1’st Santon 6,5: alza gomiti e ginocchia per evitare ogni alito di ripartenza laziale. Quello che serviva)

 

Darboe 7: Darboe Magique. Ne siamo quasi certi: è tra gli osservati speciali di Mourinho. Anche oggi il nemmeno 20enne fa urlare spirito e mentalità da grande in una partita che farebbe tremare le gambe a tanti. Mostra sangue freddo con un retropassaggio di petto al portiere dopo 10 minuti e quando fa circolare la manovra sotto il naso di Milinkovic. Nella ripresa corre a strappare palloni pure a Tare in tribuna. Futuro garantito.

 

Cristante 7: Il Daje è al posto giusto. Bryan inizia bene il derby e al minuto 5 ha un varco attivo ma perde tempo e ritarda il tiro. Indovina i ritmi al 57’ ma il pallone va alto di un soffio. Poi si mette a caccia di portatori di palla e si prende spesso e volentieri la briga di far ripartire azione e speranze romanista. Un’altro giocatore quando gioca oltre l’area amica, ma pure in difesa corre a far valere il suo praticantato.

 

Mkhitaryan 7: Ok, il momento è giusto. L’armeno pressa la difesa laziale per buona parte del primo tempo ma non riesce a rendersi pericoloso. Una illusione, una di quelle che piacciono a Miki. Al 43’, infatti, il suo piede si materializza al centro dell’area e spinge in porta il pallone concesso da Dzeko. Con la diga distrutta e il fiume che scorre il numero 77 va giù che è un piacere e prova a far male in altre occasioni senza trovare il bis. Ma oggi contava ben altro. Ora il rinnovo.

 

Pellegrini 6: Indovina i tempi di battuta per persuadere il pallone e lasciare Leiva a bocca aperta con il cocktail in mano. Niente di trascendentale ma il primo tempo scorre col sorriso e la consapevolezza di non aver granché da rimproverarsi ma ancora tanto da dimostrare. Nella ripresa mostra invece ancora quei limiti che non gli permettono di far innamorare i tifosi: impreciso su punizione, poco attento al fraseggio, forse stanco. (27’st Villar 6,5: per poco non segna il 3-0. Entra con l’animo giusto)

 

El Shaarawy 6: Lontani i derby in cui imperava nei derby capitolini. Il Faraone cerca ma trova raramente la superiorità numerica finendo per scontrarsi con tutta la cresta sulle maglie laziali. Da una sua intuizione però nasce l’azione del vantaggio e solo questo gli vale una sufficienza di merito. Per il resto aspettiamo tempi migliori, magari anche all’Europeo. (27’st Pedro 7: una corsa liberatoria, un urlo che ci voleva. Lo spagnolo chiude il derby e una stagione non esaltante con un gol di catalana memoria. E’ andato via il cugino, è tornato il vero Pedro)

 

Dzeko 7,5: Resta seduto sulla poltrona, osserva lo spettacolo quasi nascosto dal fumo dei sigari. Poi si alza, si mangia la difesa laziale e regala a Mkhitaryan un gol che fa respirare. Si rimette nell’angolo, in attesa della canzone giusta. Senza lesinare però sacrificio e manovra. Il peso del leader, nonostante qualcuno sulla bilancia voglia mettere solo le prestazioni negative. E’ la legge del più forte, e Mourinho avrà preso nota.

 

Fonseca 7,5: Ha l’ultima occasione per farsi ricordare per qualcosa in più del savoir-faire e vincere quel derby (e quel big match) finora solo sognato. La Roma risponde presente proprio all’ultimo giorno di scuola con una prestazione attenta, seria, precisa. Sfrutta i punti deboli della Lazio mostrando il meno possibile i propri grazie a una gara da squadra unita come non si vedeva da tempo. L’ultimo bacio è dolce, l’addio non è feroce. Ma almeno ha salvato la faccia. E quasi sicuramente la Conference League.

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