«Dopo il 13 novembre noi che c'eravamo ci siamo sentiti - dice ancora 'il Gallò - e cerchiamo appunto di ripartire, Intorno alla nazionale c'è un senso di precarietà? Lo sentiamo, e per questo cerchiamo di rimanere uniti per ripartire. Del resto lo sapevamo, perché in questi giorni abbiamo affrontato o stiamo per farlo Argentina e Inghilterra, che sono due delle squadre più forti e lottano per vincere il Mondiale». «Sicuramente noi - aggiunge -, come abbiamo cercato di fare venerdì scorso, vogliamo dimostrare che l'Italia è una grande nazionale. Ma solo con il tempo e con il lavoro possiamo farlo vedere sul campo».
Giorni fa Immobile ha detto che «c'è stata una nuvola nera sulla testa di Andrea, ma ora è tornato il sol». Che ne dice il diretto interessato. «In questa stagione ho avuto due infortuni che mi hanno condizionato il mio rendimento - risponde Belotti - però adesso mi sento bene, e ci sono ancora tante partite. Adesso penso a quello di martedì a Wembley: sappiamo tutti che stadio sia, e sarà emozionante giocare in un impianto così bello, teatro di tante finali». Si può definire Belotti un centravanti 'all'inglesè? «Io sono italiano - commenta - comunque me lo dicono. Personalmente, credo che l'attaccante oltre a far gol deve aiutare la squadra perché fare la fase offensiva e difendere tutti assieme. Credo che il mio atteggiamento faccia capire alla gente quanto io ci tengo a giocare questa partite e a vincere. Per me questa è un'occasione d'oro? Può esserlo per me e per altri giocatori: avremo gli occhi di tutti addosso e cercherò di dare il massimo».
Belotti vuole andare in una grande squadra che fa le coppe? «Sono idee che escono sempre fuori - risponde - ma bisogna valutare bene, a 360 gradi, quale sia la cosa giusta per me.
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