Tre punti fondamentali per non perdere il treno delle prime, una vittoria di carattere che fa apprezzare il lato cinico di Di Francesco. «Sì, siamo venuti a Milano per vincere - ammette Eusebio - La partita con la Samp rinviata non aiuta a livello mentale, ora potevamo stare più su. Avevano detto che vinciamo solo le partite facili, abbiamo dimostrato che ci siamo anche in quelle difficili e che stiamo crescendo tanto. Avevamo tante assenze e molta stanchezza e nonostante ciò ne siamo usciti bene. Questa gara andava giocata con la testa più che col fisico e la tecnica, è stata una grande prova di maturità. Abbiamo colpito al momento giusto e siamo stati bravissimi a portare a casa un risultato importantissimo. Florenzi? Lui sa fare tutto, ma un giorno mi disse di essere un terzino fortissimo. Secondo me così si limita perché da esterno alto è un grande giocatore, ha tempi di entrata e inserimento».
La vecchia Roma quindi batte il nuovo Milan. Tra infortuni e bocciature a San Siro l’unico neoacquisto in campo è Kolarov mentre Montella ha mandato in campo 9 nuovi giocatori. Il primo tempo è stato noioso. Risultato? Un solo tiro in porta (di Pellegrini al 42’). Nella ripresa proprio grazie a un assist di Lorenzo arriva l’occasione da tre punti, ma Florenzi si emoziona a tu per tu con Donnarumma. Poi si è scatenato Dzeko, e il Milan è andato in bambola. «Questa vittoria vale tanto così come il mio gol - sorride Florenzi - Abbiamo lanciato un segnale alle altre: ci siamo anche noi. Scudetto? Lo dirà solo il tempo, noi dobbiamo continuare così con questa fame e pensare solo a noi stessi». Con una gara in meno la Roma si porta a 15 punt: negli ultimi 20 anni mai un allenatore italiano esordiente in serie A aveva fatto meglio. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it