Juve in crisi, le verità di Allegri: «Troppi infortunati, mi manca Rabiot. La più forte? L'Inter»

Juve in crisi, le verità di Allegri: «Troppi infortunati, mi manca Rabiot. La più forte? L'Inter»

Ormai è nell'occhio del ciclone da settimane, fino alle voci di un presunto esonero, ipotesi remota dato lo stipendio faraonico che prende dalla Juventus. Parliamo di Max Allegri, che forse per la prima volta in carriera si trova davvero con le spalle al muro: colpa dei risultati non soddisfacenti di questo avvio di stagione dei bianconeri, con un pari (in casa con la Salernitana) e due sconfitte (entrambe in Champions con Psg e Benfica) nelle ultime tre partite.

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L'allenatore della Juve spiega i motivi della crisi oggi in un colloquio con Mario Sconcerti e il Corriere della Sera. E le sue parole sono macigni: a Parigi, dice, «Mbappè ha fatto due prodezze, ma noi gli abbiamo dato lo spazio per farle. Col Benfica i 25 minuti migliori della stagione, poi c'è stato un errore di marcatura: non di Miretti, ma di Paredes». E qui iniziano le prime bacchettate: «Paredes non gioca da sei mesi, dobbiamo aspettarlo».

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C'è spazio anche per un accenno di autocritica: «Mi chiedo spesso se ho commesso errori, la prima risposta che mi viene in mente è che la Juve era stata pensata in un altro modo. Con Rabiot-Paredes-Pogba a centrocampo più Locatelli a fare il primo che subentra. Di Maria e Chiesa sulle fasce, Vlahovic nel mezzo. La Juve di adesso - aggiunge - è virtuale». Chiesa e Pogba, aggiunge, «torneranno a gennaio. Ma quanto tempo dovranno avere per tornare alla loro altezza? Provate a togliere all'Inter o al Milan cinque titolari, poi vediamo».

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E ancora: «Bremer è fortissimo. Mi aspettavo molto da Milik e molto sta arrivando». Ma c'è chi gli manca, come il tanto contestato Rabiot: «Lo discutono in tanti, ma fa 13-14 cose buone a partita e sul campo pesa sempre, ha tecnica e fisico». Infine sul futuro: «Dobbiamo vincere a Lisbona e battere due volte il Maccabi e vedere se basta». E le altre? «L'Inter è la più forte, anche se le manca Perisic. Il Milan ha due giocatori eccezionali, Theo Hernandez e Leao. Quando siamo tutti, siamo molto forti anche noi».

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