Inter-Roma, la coppa Italia e quel battesimo da tifoso a San Siro

Inter-Roma, la coppa Italia e quel battesimo da tifoso a San Siro

Bella piu' di tutte le varie competizioni, agli occhi di un bambino, sembrava di tanto in tanto la coppa Italia o per lo meno, per me ando' cosi'. Vuoi perche' si giocava a volte al pomeriggio durante la settimana, vuoi perche' segno' il mio debutto da tifoso allo stadio, vuoi perche' l'avversario poteva arrivare da categorie inferiori come C o B, dove tra l'altro l'Inter non ha mai messo piede. Era un'altra cosa quella coppa, non come oggi dove le grandi squadre con tre partite sono in finale.

 

 

La coppa Italia era Davide che poteva battere Golia, la legge del piu' forte ribaltata dal tabellone e dai suoi capricci. Quella di oggi e' la brutta copia di una squallida idea che risponde al nome di Superlega, rispedita al mittente dalla pancia del tifo incurante pero' del fatto che fosse gia' qui presente in salsa nostrana. Siamo ai quarti e l'audience sale per tutti, compresi noi interisti alle prese con la Roma.

 

Reagire dopo il derby, sarebbe la cura migliore per ripartire e spazzare via le troppe chiacchiere sulla terza sconfitta in campionato in un anno solare.

 

Chi ha voglia di puntare il dito contro la nostra squadra con qualsiasi pretesto? Io no, grazie, anzi domani sera saro' a San Siro al mio posto pieno di belle speranze. Provero' a tornare con la mente alla vittoria della stessa competizione nel 1981/82 in finale contro il Torino, era il primo anno con lo sponsor sulle magliette. Inno-hit era il nostro, Pooh quello del Milan e Ariston quello della Juve.

 

Ariston, come il teatro di Sanremo dove l'Italia nazionalpopolare si e' specchiata in se stessa col tutto esaurito. Grazie al Festival della canzone abbiamo scoperto di essere tornati liberi anche se non ce ne siamo accorti. Gremito il teatro chiuso per i ritornelli, al cinquanta per cento lo stadio aperto coi tornelli, nel mondo reale della scuola e del lavoro paletti a destra e a manca ma si canta che tutto va bene. Ariston e' parola greca e vuol dire 'migliore'. Migliore come una coppa in cui ci sia posto per tutti, come uno stadio riaperto al buonsenso, come la vita libera da una marcatura troppo stretta e ormai fuori tempo massimo.

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