Marco Paoloni non è colpevole. L'ex portiere della
Cremonese, tirato in ballo dall'episodio che diede il via nel 2011 all'inchiesta sul
calcioscommesse, è stato assolto «
perché il fatto non sussiste». Paoloni dunque non riempì, come sostenuto per anni dall'accusa, le bottigliette d'acqua dei compagni di squadra con il Minias per truccare la partita Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010. L'avvocato
Luca Curatti, che difende l'ex calciatore, ha spiegato che non era ipotizzabile l'articolo 440 del codice penale di cui Paoloni doveva rispondere: «Chiunque corrompe o adultera acque o sostanze destinate all'alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per il consumo, rendendole pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da tre a dieci anni».
«Un reato che riguarda eventualmente aziende che immettono sostanze pericolose per la salute pubblica - ha spiegato - qui ci si riferiva a uno spogliatoio». Il legale ha anche ricordato che «fu quel reato a consentire l'utilizzo di intercettazioni telefoniche» e «ora, a distanza di otto anni ci siamo liberati di un peso: parlando di diritto, non di altro». Nell'inchiesta furono arrestati gli ex capitani dell'Atalanta, Cristiano Doni, e della Lazio, Stefano Mauri, e l'ex bomber della Nazionale, Beppe Signori.
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