Davide Astori, capitano della Fiorentina, è stato ritrovato morto nella stanza dell’albergo di Udine dove i viola soggiornavano in attesa del match del pomeriggio. Una tragedia senza senso, che ha bucato il pallone riposto immediatamente nello sgabuzzino. Il presidente del Coni e commissario della Lega di A Malagò e il commissario della Figc Fabbricini hanno fatto proprie le richieste del mondo del calcio, decretando la sospensione delle partite di serie A e di serie B.
Lo show stavolta non ce l’ha fatta a continuare e qualcuno, forse stimolato dalla giornata elettorale, non ha gradito: «Una fabbrica non si ferma se muore un operaio». Vero. Ma il calcio, nonostante i milioni e le sue ipocrisie, resta un gioco. E ieri “giocare” era un verbo impossibile da coniugare. Leggi l'articolo completo su
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