L’Europa dell’Atalanta è un 3-0 sull’Everton, Rooney si fa vivo all’inizio e sparisce dalla partita. E’ tanta Atalanta, con Andrea Masiello vicino al gol e a bersaglio sull’angolo successivo. Aveva perso due anni e 5 mesi per il calcioscommesse, storia di Bari, è alla miglior serata della vita, beniamino da tempo di Bergamo alta e bassa, sura e sòta, dicono lassù.
Stekelenburg è freddato dal destro del Papu Gomez, l’argentino che dovrebbe giocare per l’Italia e forse non lo farà mai, un capitano maradoniano. Bergamo è gli assist di Petagna, per il 2-0 ma pure per il tris, Brian Cristante in corridoio, scatto e destro saettante. E’ festa nerazzurra, peccato che i vip siano a casa, gli attori e gli sportivi, i Gimondi e i Facchinetti, per esempio.
La curva di casa è piena, come mai con il Sassuolo, nè con la Reggiana, dal ’99 in C. La Dea è bellissima, abbacina, obnubila grigi ingrigiti dal destro fuori di Alejandro Gomez alla ripresa, graziati dalla traversa di Remo Freuler, veloce quanto l’Urs del ciclismo anni ’80. Hateboer piroetta. Il resto non è noia solo per la curva orobica, fantasiosa come raramente sono i bergamaschi. E’ 3-0 come un anno fa, come Sassuolo-Athletic Bilbao. I baschi si riscattarono negli Euskadi. I reggiani sono poche centinaia, a migliaia vanno a zonzo per il mese di festa provinciale dell’Unità, capiscono poco del calcio. O meglio, c’è anche gente sportiva, che si lustra gli occhi davanti a cotanto miracolo.
L’Atalanta si è comprata l’Azzurri d’Italia, Mario Brumana, ma non può giocarci in Europa, paga l’affitto alla Mapei, al patron Giorgio Squinzi, che con 3 milioni e 600mila euro si è portato a casa questo gioiello di impianto. Qui c’è aria di grande Europa, degna della semifinale dell’88, di Atalanta-Malines (Mechelen in fiammingo). Tutta l’Europa dell’Atalanta sarà sempre e solo qui, si possono mettere dietro anche l’Olympique Lione o l’Apollon, che hanno pareggiato 1-1.
Qui è il calcio vero, altro che il ruminare di molte squadre e anche della nazionale, una settimana fa balbettante con Israele. Qui è la differenza fra Gasperson, il più sottovalutato al mondo, adesso più ancora di Guidolin, e il Ventura affabulatore. “Il segreto - racconta - sono i Percassi. Presero l’Atalanta in B e la porteranno ancora più in alto”. In Champions, ecco. Il presidente Antonio sa di calcio come il ds Sartori e il dt Zamagna, hanno giocato tutti e anche a buoni livelli. “Ma il presidente - ricorda la pr Elisa Persico - smise presto, a 23 anni, a Cesena”.
Per fortuna, via, perchè forse non sarebbe diventato grande immobiliarista al punto da prendersi l’Atalanta per due volte.
RILEGGI LA CRONACA Leggi l'articolo completo su
Leggo.it