Una scelta che Spanò commenta in interviste su vari quotidiani. Il giovane calciatore, più che diventare un simbolo spera, con la sua scelta, di «trasmettere dei valori giusti, che sono poi quelli dello sport, gli stessi che ritengo debbano essere presenti nella vita in generale: passione, dedizione al lavoro, la voglia di migliorarsi, il sapersi rialzare davanti alle avversità». Spanò è felice di quello che ha fatto giocando a calcio, e non gli pesa rinunciarvi: «perché sono pronto a inseguire nuovi sogni».
Negli ultimi mesi ha studiato per l'ammissione alla Hult Business School con una borsa di studio, tenendo il segreto su questo traguardo perché, racconta, «non volevo che nulla ci distogliesse dall'obiettivo comune che era arrivare alla promozione».
La decisione di scegliere la carriera di manager si è rafforzata in lui poco a poco: «Ci sono altre parti dentro di me che sgomitano per avere spazio ed è giunto il loro momento». Del calcio gli mancheranno «le emozioni della domenica». E la città e la squadra «resteranno sempre dentro di me», assicura. Leggi l'articolo completo su
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