Veleno, parla il bambino "Zero" Davide: «A 7 anni inventai gli abusi in famiglia e i riti satanici per non essere abbandonato»

Veleno, parla il bambino "Zero" Davide: «A 7 anni inventai gli abusi in famiglia e i riti satanici per non essere abbandonato»

Davide, il bambino "Zero" del caso Veleno e dell'inchiesta “Diavoli della Bassa Modenese”, aveva 7 anni quando la sua vita è cambiata e insieme alla sua quella di altri 16 bambini, strappati alle loro famiglie per presunti abusi sessuali. Da qualche settimana è uscito allo scoperto mostrando il suo volto e la sua vera identità e ha raccontato di aver inventato tutto. «Né abusi né riti satanici, 16 bimbi tolti ai genitori per le mie accuse inventate. Ora ho trovato il coraggio di dire la verità», ha spiegato in un'intervista a Repubblica.

 

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Veleno, parla il bambino Zero

Davide, che oggi ha 31 anni, aveva raccontato nel 1997 di aver subito gli abusi da suo padre e suo fratello. Questi racconti portarono a indagini su riti satanici, pressioni da parte degli psicologi, inchieste che si allargarono a macchia d'olio coinvolgendo altre famiglie. Alcune persone hanno perso la vita a causa della vergogna e del dolore. I racconti si rivelarono infondati, ma le persone accusate e travolte avevano già scontato la loro pena in carcere ed erano state allontanate dai loro bambini. 

 

Veleno, la vicenda

 Del caso si è occupato Pablo Trincia col podcast Veleno, pubblicato nel 2017 da Repubblica, mentre su Amazon Prime è possibile vedere la docu-serie ispirata a questa vicenda. Davide (Dario nel lavoro di Trincia) era stato affidato dai servizi sociali a una famiglia della zona perché i suoi genitori avevano gravi problemi economici. «Un giorno - racconta a Repubblica - vidi che la mia mamma naturale era molto triste e quando tornai nella casa della mia famiglia affidataria ero cupo anche io. La donna che poi divenne la mia madre adottiva si convinse che venivo maltrattato dai miei genitori naturali. E così iniziarono i colloqui con i servizi sociali. Mi tenevano anche 8 ore».

 

Veleno, i colloqui con gli psicologi

«La psicologa e gli assistenti sociali mi martellavano fino a quando non dicevo quello che volevano sentirsi dire. Io avevo anche paura che, se non li avessi accontentati, sarei stato abbandonato dalla mia nuova famiglia, e così inventai. Inventai tutto. Abusi e cimiteri, violenze e riti satanici... Inventai dei nomi a caso, su un foglio per disperazione. Ho inventato che mio fratello aveva abusato di me, che c’erano delle persone che facevano dei riti satanici. Ma non c’era nulla di vero. Mi sono inventato tutto. Perché se dicevo che stavo bene non mi credeva nessuno. A forza di insistere ho detto quello che si volevano sentir dire». Il peso nel corso degli anni sulla coscienza di Davide è stato sempre più insostenibile e questo lo ha spinto a uscire allo scoperto. Su Facebook Trincia mostra la foto di un abbraccio: «Quello che avevamo chiamato "Dario", il "Bambino Zero" di Veleno, si chiama Davide Tonelli. Alcuni mesi fa mi ha richiamato, dopo diversi anni di silenzio che erano seguiti al nostro unico incontro.
Ci siamo parlati, ascoltati, chiariti. Lui nel frattempo ha riallacciato i rapporti con i suoi fratelli naturali e con la famiglia di Oddina, che lo ha aspettato per 25 lunghi anni. È un ragazzo fantastico. Sono fiero di poter dire che è un mio amico».

 

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