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«Prove estenuanti e tempi di lavoro interminabili: dalle 10 del mattino fino a fine diretta, spesso dopo la mezzanotte. Sono condizioni inaccettabili che svelano, ancora una volta, come dietro luci sfavillanti e giacche doppiopetto il mondo dello spettacolo in Italia non riconosca il lavoro degli artisti anche se, proprio sulle loro capacità e competenze, mette in piedi fruttuosi business», commenta il segretario generale Slc Cgil Emanuela Bizi.
Una situazione, prosegue la Slc Cgil, che, «se possibile, appare ancora più grave quando a determinarla è la Rai, azienda che svolge il fondamentale compito di servizio pubblico, e che non può discriminare o non pagare adeguatamente tutti i suoi lavoratori, compresi gli artisti». Purtroppo, conclude Bizi, «l'orchestra a Sanremo non suona una musica uguale per tutti». Leggi l'articolo completo su
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