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Una “persona perbene”, come lo introduce il conduttore, un atteggiamento non da divo che l’ha reso diverso dagli altri: “Col successo – spiega Pippo Franco - la prima cosa da fare è destrutturare l’orgoglio, altrimenti ti uccide. Nasco come pittore, musicista, cantautore, attore e la mia vita è fatta da tante passione, come per gli altri. Non mi identifico con il mestiere dell’attore in quanto tale, che vive nella sua gloria, ma con quella di un uomo che non è nulla e somiglia agli altri. Siamo essere spirituali in cerca di un’esperienza umana”.
Nel tempo ha ricevuto diverse critiche: “Mi hanno fatto divertire. Se guardi quello che hanno detto di Totò o altri artisti lo capisci. Se rispondi fai un piacere alle aristocrazie che ritengano che tu sia un inferiore da denigrare, trash. La storia mi ha dato ragione. Io vivo nell’ironia, la vedo nella vita”.
Poco tempo dopo il giorno del mio compleanno, il 2 settembre, è poi scomparso. Ma io lo sento in me, il suo testamento genetico è quello che mi ha guidato e mi guida ancora. Ho imparato tutto da solo, ma se non ci fosse stato la mia vita sarebbe stata diversa e io non sarei qui”.
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