Pechino Express, il ritorno. «Un viaggio anni 60 dalla Turchia a Dubai»

Della Gherardesca presenta il travel show su Sky: "Sulla rotta dei sultani"

Pechino Express, il ritorno. «Un viaggio anni 60 dalla Turchia a Dubai»

Apriti cielo. Nel senso di Sky. Si doveva fare da due anni, ma la pandemia si è messa di mezzo. Così, la locomotiva di Pechino Express fischia in velocità solo ora, in onda dal 10 marzo su Sky con il sottotitolo La rotta dei Sultani, un viaggio tra Turchia (la fiabesca regione della Cappadocia, da cui parte la gara), Uzbekistan, Giordania e Emirati Arabi, tappa finale tra i grattacieli di Dubai. Il travel adventure show più popolare si veste di nuovo, mantenendo produzione Banijay Italia e profilo del conduttore, il perfetto Costantino della Gherardesca. «Viaggiare per me è sempre stato vitale spiega Costantino Dopo la chiusura causa pandemia, Pechino Express ci riporta a quella tipologia di viaggio anni '60, come si faceva in India e Afghanistan: senza cellulari, né soldi. Un viaggio che ti cambia dentro».

 


Il cast racconta, di suo, un ulteriore innesto di novità, «più in stile col pubblico di Sky», spiega l'Executive Vice President Programming Antonella d'Errico: tra le coppie in gara basti citare l'ex olimpionico Alex Schwazer con l'amico Bruno Fabbri per Gli Atletici, Rita Rusic e il compagno Cristiano Di Luzio per I Fidanzatini, Victora Cabello («per me Pechino è stata una terapia d'urto per uscire dai mesi difficili che ho avuto. E ho riscoperto l'interesse per la tv, che mi aveva stancato») con Paride Vitale per I Pazzeschi e Natasha Stefanenko con la figlia Sasha per Mamma e Figlia. Nessun commento diretto sulla guerra in Ucraina da parte della bella show-woman russa ma «Pechino - dice - è certamente un programma che insegna moltissimo a livello umanitario, di ospitalità e incrocio di culture». La sicurezza sanitaria relativamente al covid è stata un'ulteriore sfida organizzativa: «Nel modello produttivo abbiamo dovuto tenere conto di questo spiega il Ceo di Banijay Italia Fabrizio Ievolella Tecnici e cameraman lavoravano in una bolla, e si procedeva a fare controlli sanitari sulle famiglie che decidevano di ospitare i nostri concorrenti». Leggi l'articolo completo su
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