Parola Perego a La Vita in Diretta: «Rivalità con due conduttori uomini, chiedevano il primo piano mentre io parlavo»

Dopo il ricovero in ospedale a causa di un importante intervento per una neoplasia, la conduttrice è stata ospite a La Vita in Diretta

Parola Perego a La Vita in Diretta: «Rivalità con due conduttori uomini, chiedevano il primo piano mentre io parlavo»

Paola Perego, la conduttrice televisiva, che al momento conduce il programma Citofonare Rai2 con Simona Ventura, è tornata sullo schermo più carica che mai. Dopo il ricovero in ospedale a causa di un importante intervento per una neoplasia, o meglio dire tumore, la moglie di Lucio Presta è stata ospita nelle ultime ore a La Vita in Diretta dove ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al «mistero delle rivalità» in televisione facendo riferimento alla sua esperienza.

«Sveliamo questo mistero, le rivalità ci sono. Orietta Berti e Marcella Bella l’hanno fatto vedere in televisione - ha sottolineato Alberto Matano -. In questo mondo c’è grande rivalità». Di conseguenza, Paola Perego ha prontamente commentato le parole del conduttore.

 

Paola Perego: «Come ho scoperto il tumore all'inizio della sua evoluzione»

 

 

Le parole di Paola Perego

«Sì la rivalità c’è, ma non tanto tra donne, almeno io parlo per la mia esperienza - ha sottolineato Paola Perego a La Vita In Diretta -. Io poco fa dietro le quinte raccontavo che la più grande rivalità l’ho avuta con conduttori uomini. Alcuni miei colleghi chiedevano il primo piano mentre io parlavo, non è uno scherzo ve lo giuro. Adesso non posso fare i nomi, però mi è successo con due conduttori. Il regista veniva da me e mi diceva "guarda io sono in imbarazzo perché parli tu e loro mi dicono di inquadrarli e io non so che fare"».

La conduttrice ha aggiunto: «Notavano tutto, cose del tipo "ah, ma lei ha detto una parola più di me’". Io ho lavorato a questi livelli e ripeto che è la verità. Può succedere, ma è brutta questa cosa. I nomi? Adesso non posso, ma è così brutto, i nomi li farò quando smetterò di lavorare. Se Alberto Matano potrebbe fare i nomi? Ma no, che c’entra lui». 

Leggi l'articolo completo su
Leggo.it