Mi ha insegnato la semplicità del verso poetico, a fidarmi del verso e a dirlo. Mi ha insegnato che la poesia è virile, prepotente, umana, per tutti.
Vittorio mi ha insegnato la leggerezza, ad amare la bellezza, l’eternità della cultura, le lacrime mentre si sorride, il cinismo e la lama affilata dell’ironia. Vittorio non morirà mai, resterà nelle sue tradizioni e nei passi di chi è stato suo allievo.
Sono stato un privilegiato a poter parlare con Vittorio, oltre che a studiare con i suoi consigli, e a condividere il whisky col ghiaccio con lui assieme a quell’angelo di Ludovica, complementazione perfetta di una coppia di artisti inarrivabili. Ciao Vittorio, ci vediamo in teatro. Leggi l'articolo completo su
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