Noemi a Sanremo 2021: «Sono cambiata e con me la mia musica. Ora vorrei un figlio e un debutto al cinema»

Noemi: «Sono cambiata e con me la mia musica. Ora vorrei un figlio e un debutto al cinema»

Metamorfosi dentro e fuori. E anche nella musica, tanto che “Metamorfosi” si intitola l’album che uscirà il 5 marzo. La nuova Noemi si presenta diversa da Sanremo in poi: nella testa, nel fisico, nelle canzoni.

 

«Guarda un po’ com’è cambiata», diranno. Cos’è successo, Noemi?

«È successo che sono dimagrita. O meglio, sono prima partita dalla mia testa, l’ho riequilibrata. Troppi pensieri confusi, incertezze, ansie. Una volta resettata la testa, ho scoperto che il mio corpo non le corrispondeva più. Perso il controllo sulla testa, avevo perso anche quello sul fisico che adesso non era più in sintonia con quello che sentivo dentro. E ho messo mano anche lì. Ora sono serena, sto bene. Detto questo, non vedo perché una donna che porta una quarta di reggiseno, e si senta a proprio agio, debba per forza cambiare. L’importante è che il tuo corpo sia sulla stessa frequenza del tuo equilibrio interiore, della tua felicità».

 

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Stessa operazione con la musica, a sentire i brani di “Metamorfosi”.

«Dopo aver lavorato su di me, l’ho fatto anche sulla mia musica. Avevo ormai l’impressione di cantare cose che si assomigliavano tutte fra loro. Ho collaborato con nuove persone, cantautori e cantautrici di grande talento. Il problema non era tanto quello di trovare un suono diverso ma di sentirmi raccontata dalle mie canzoni. Finora ne ero stata soltanto lo strumento».

 

Noemi prigioniera della sua voce, del suo timbro, pure così particolari, uguali a nessun altro nella nostra musica?

«Era come se non riuscissero a volare in cieli diversi dai soliti. Ero diventata un po’ monocorde. Ora, per dire, ho ampliato la mia tavolozza di colori. Certo, fossi matta a rinnegare la mia voce, il mio timbro: quelli me li tengo stretti e ringrazio il cielo che me li ha regalati».

 

Al Festival arriva con “Glicine”, metafora botanica di forza e fragilità insieme, firmata anche da quel Re Mida che è Dardust.

«Ha creato un’atmosfera da sogno, note che sembrano sospese nel tempo e nello spazio. È una ballad intensa e moderna, un’onda di energia che arriva dopo la fine di una storia d’amore, un senso di rivincita: cosa mi dirai quando ti raggiungerò e ti renderai conto che sono diventata forte come te? Come il glicine: forte quando s’arrampica, fragile nella fioritura».

 

Sesta volta a Sanremo. È un’habitué.

«Io ci ho le chiavi dell’Ariston (ride). La cosa buffa è che dovrei avere ormai consapevolezza e invece affronto quel palco come fosse la prima volta».

 

Strana atmosfera, quest’anno.

«Il Festival è un grande circo. Quest’anno manca proprio quello ma è giusto così. Troppa festa non sarebbe in sintonia con quello che stiamo ancora vivendo. Però è importante che si faccia perché Sanremo è il sogno che continua, quelle luci, quelle note sono un segno di speranza».

 

Nella serata delle “cover” dovrebbe calzarle a pennello “Prima di andare via” cantata in duo con il suo autore, Neffa.

«Giovanni lo ascolto da sempre: soul, funky, rhythm’n’blues, chiaro che nel suo mondo io mi ci senta come un pesce nell’acqua. E poi è un testo all’apparenza leggero che parla però di redenzione. Perfetto».

 

Sembra contenta di sè. Quale biglietto da staccare ancora nella vita per la felicità?

«Un figlio, vuol dire? Ma sì, ci sarà pure qualcosa di interessante nel tenere un frugoletto in braccio, lo vedo fare a tante mie amiche… Battute a parte, mi piacerebbe. I bambini sono creature meravigliose e io credo che oggi sarei una mamma risolta: perché devi comunque essere sempre pronta ad offrire a tuo figlio una spalla su cui appoggiarsi».

 

Suo marito è d’accordo?

«Gabriele? Sono anni che me lo chiede. Mi sa che ne parleremo sul serio».

 

E un nuovo biglietto da staccare per la carriera?

«Mi piacerebbe un bel cammeo in un film. Oppure un bel ruolo in una fiction televisiva. Lancio un appello, dai…».

 

Domenica prossima, finito il festival…

«Ma che domenica… già sabato notte: mi sa che farò fuori una pastasciutta e una birra! Comunque sarò contenta di avere aggiunto un altro bel tassello alla mia vita e alla mia carriera».

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