Lino Banfi: «Sono ai supplementari, ma sogno di ricevere un premio alla carriera»

Lino Banfi: «Sono ai supplementari, ma sogno di ricevere un premio alla carriera»

MARATEA - Ai tantissimi fan che lo interrompono, lo fermano, lo salutano e gli chiedono una foto, Lino Banfi, 86 anni e 60 di carriera, risponde sempre con un sorriso e magari regalando qualche battuta, spesso nella sua celebre calata pugliese. A Maratea, dove ha ritirato il Premio Internazionale Basilicata del festival Marateale, l'amore del pubblico era palpabile e lui, diventato il nonno d'Italia grazie alla lunga frequentazione del personaggio di Nonno Libero in Un medico in famiglia, sul palco non si è risparmiato. E al cinema, dove ha da poco portato il film con Ronn Moss (il Ridge di Beautiful) Viaggio a sorpresa, non ha nessuna intenzione di fermarsi: «Sono ai tempi supplementari, vorrei arrivare anche ai rigori. E vincere», dice.


Come sta? Recentemente ha avuto il Covid, fortunatamente in forma leggera.
«È stato un Covid comico, come tutte le cose della mia vita. L'ho avuto con mia moglie e lei era felice quando ha scoperto che eravamo positivi insieme e non dovevamo separarci, è stata una cosa molto tenera».


In questo momento le sale cinematografiche sono in sofferenza, lei come lo vede il nostro cinema di oggi?
«Lo sto vedendo dal buco della serratura e penso che devo fare in tempo a prendere qualche premio come si deve. Ci sono dei bei riconoscimenti alla carriera che ti fanno sentire vecchio, ma anche soddisfatto perché hai lasciato qualcosa di buono. Sarebbe bello anche fare qualcosa che vada a Venezia. O anche a Mestre, se proprio non può arrivare fino a Venezia».


Lei vive a Roma da tanti anni, qual è oggi il suo rapporto con la città?
«La amo sempre di più. Ci vivo da oltre 60 anni e mi sento praticamente un romanaccio, spesso mi scappano espressioni tipiche dei capitolini e mi sorprendo. Certo, poi mi devo ricordare di dire il fatidico porca puttena. Rosanna aveva solo tre mesi quando siamo venuti a Roma e Walter, l'altro mio figlio, ci è proprio nato. Mi dispiace quando ne parlano male, quando dicono che non è tenuta bene, perché è una città non facile da gestire».


In tutti questi anni è stato testimone di tanti cambiamenti.
«Sì, l'ho vista cambiare molto. Ad esempio, nella zona di piazza Bologna, dove abito, è cambiato tutto, ma io mi aggiorno continuamente. Sarà che noi pugliesi abbiamo una forza camaleontica che non hanno nelle altre regioni. Quando parto dico sempre non vedo l'ora di tornare a Roma, a casa mia».


A Roma ha anche la sua Orecchietteria, come procede?


«È al centro di Roma e fa molta pugliesità. Mi fa piacere quando i miei figli mi fanno vedere le recensioni degli ospiti, che sono sempre molto belle, e mi fa piacere vedere la gente che sorride mentre mangia, guardandosi intorno e vedendo i manifesti dei film o le mie citazioni».


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