«Non può essere un nero a rappresentare l’Italia all’estero», scrisse un noto giornalista dopo l’incontro, mentre il filmato dell’Istituto Luce si interrompe prima della vittoria, censurando le immagini di Jacovacci trionfante. A recuperare la memoria di questa vicenda emblematica è stato prima il sociologo Mauro Valeri, autore della biografia Nero di Roma e poi Tony Saccucci con il documentario Il pugile del duce, nelle sale dal 21 marzo, in occasione della Giornata mondiale contro il razzismo. Realizzato pescando nello sterminato e prezioso archivio del Luce, il film rievoca la parabola straordinaria di un ragazzino che, nell’Italia degli anni 20, cerca di fuggire dalla propria identità discriminata.
Cambia paese e persino nome, per poi tornare in patria da campione e pretendere la cittadinanza. Ma non era il solo. «Nessuno sa che nella Prima Guerra Mondiale c’erano quattro ufficiali neri italiani - ha spiegato Valeri - Il primo aviatore nero al mondo era italiano, ma il fascismo ha oscurato queste figure». Una verità semplice e terribile: «Mussolini ha orchestrato la rimozione dei neri - ha aggiunto il regista, che è anche insegnante di storia - Non parlarne equivaleva a non farli esistere, perché la storia non è che una ricostruzione della politica in base alle esigenze del presente». In quel presente c’era il fascismo, ma questo campione è sconosciuto ancora oggi. Leggi l'articolo completo su
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