«Il mio è un omaggio ai classici del rock - ha detto Poggipollini - che rappresentano le mie radici musicali. È un album che mi appartiene in maniera totale e la differenza rispetto al passato l'ha fatta la produzione di Michael Urbano al quale ho dato carta bianca». Il prodotto da studio è nato tra Bologna e Berkeley in California dove Poggipollini si è trattenuto.
«L'album è il frutto di un lavoro ragionato - spiega il suo autore - ma è stato suonato in presa diretta, così che tutte le sbavature sono rimaste nelle registrazioni». Il risultato è un suono sporco, ma moderno, ispirato al passato tanto da far suonare a Poggipollini solo certi strumenti musicali. «Ho scelto di utilizzare solo strumenti musicali di fabbricazione italiana degli anni Sessanta e Settanta - dice lui - perché gli americani adorano questo genere si suoni». Singolare anche la scelta di Poggipollini di coinvolgere nella realizzazione dell'album persone della sua vita privata, anche non musicisti. Leggi l'articolo completo su
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