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Bosso motivò la scelta del brano portato sul palco più famoso di Italia, spiegando di essere affascinato dal concetto di doversi perdere per imparare. «Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle», dichiarò, «la vita è fatta di dodici stanze: nell'ultima, che non è l'ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi». Aggiunse durante l'intervista a Carlo Conti. Nel corso della sua performance si commosse anche una delle violiniste che aveva suonato con lui.
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