Un genero interpretato da Max che vuole vivere l'ebbrezza di sentirsi di nuovo scapolo e Paola Tiziana Cruciani, la scoppiettante suocera, che in assenza della figlia si ritrovano a condividere forzatamente gli stessi spazi lasciando emergere con grande comicità i risvolti legati all'eterno antagonismo tra queste due figure.
Un tema attuale?
«Il rapporto conflittuale genero suocera è immortale oltre che universale e, in questo spettacolo, l'ironia si pone come mezzo per svelare i veri sentimenti di entrambi. L'ingegner Piccioni, ha una moglie attraente che ama; ma vuole concedersi un po' di liberta, ed è quello il momento in cui la figura della suocera appare, cogliendolo in flagrante».
Una suocera coetanea, tra l'altro.
«Sì; ma è una donna salutista e maniaca dell'ordine, che rivoluzionerà la mia vita».
Qual è il valore del teatro a suo parere?
«Infinito al livello culturale. Vorrei fosse promosso in ogni scuola, perché è un linguaggio sano e privilegiato, capace di favorire la reciproca conoscenza fra giovani di culture diverse».
E che cosa pensa della situazione del teatro in Italia?
«Dovrebbe creare più occasioni per essere vissuto, a partire dall'orario degli spettacoli; magari, come avviene in tutta Europa, bisognerebbe farli iniziare alle 19».
Però il teatro italiano è promosso molto sui social...
«Senz'altro; ma io sono analogico, già è tanto se riesco ad usare il cellulare».
E il suo pubblico?
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