Dario Fo, artista amato in tutto il mondo ma censurato dalla tv italiana

Dario Fo, artista amato in tutto il mondo ma censurato dalla tv italiana
Il teatro di strada contro il teatro “borghese”, il teatro del popolo, il teatro di narrazione, di satira e di impegno civile. Un teatro talmente universale, quello di Dario Fo, che poteva essere recitato in qualsiasi lingua, anche in quel grammelot di fantasia che rese indimenticabile, nel suo Mistero Buffo, il monologo del contadino affamato.


Giullare puro, come amava considerarsi a dispetto di ogni etichetta da intellettuale, Fo era stato molto attivo anche in televisione: celebre la conduzione in Rai di Canzonissima nel 1962, insieme alla moglie Franca Rame, abbandonata per “divergenze artistiche e ideologiche” dopo la messa in scena di uno sketch sulle condizioni di lavoro degli operai in fabbrica.

Riammesso sul piccolo schermo solo nel ‘77, Fo non smise mai di lottare con i suoi spettacoli (nei 60 con la compagnia Fo-Rame, poi con il Collettivo Teatrale La Comune), mettendoli spesso in scena a prezzi popolari in periferie e piazze, e schierandosi contro il potere autoritario e istituzionale: quello del clero in Mistero Buffo (osteggiato dal Vaticano), quello dello stato in Morte accidentale di un anarchico, (1970), Non si paga, non si paga (1974), Pum, pum! chi è? la polizia! (1972), Il Fanfani rapito (1975).

Amico di Enzo Jannacci, per il quale scrisse Ho visto un re, dopo il Nobel Fo aveva continuato a occuparsi di teatro dedicandosi anche a pittura e scrittura. Il suo ultimo lavoro è una biografia, Darwin, dedicata al grande scienziato. Leggi l'articolo completo su
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