Tumore ai polmoni, con la nuova terapia una qualità della vita migliore

Tumore ai polmoni, ecco la nuova terapia
Un terzo dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule è anziano, sopra i 70 anni. Questa popolazione è gravata da due importanti problemi: la minore accessibilità ai farmaci e una limitata inclusione nei trials clinici, per cui sono pazienti meno studiati.


Le prospettive future vedono proprio per questi malati trattamenti meglio tollerati e che potranno allungare la sopravvivenza. In particolare, il futuro vede anche lo sviluppo della combinazione carboplatino/- nab-paclitaxel in associazione ad un immunoterapico come atezolizumab. «Al momento è molto importante l’evidenza che carboplatino/nab-paclitaxel non solo è attivo come chemioterapico ma rappresenta uno dei principali schemi chemioterapici in associazione all’immunoterapia, consentendo di trattare pazienti difficili e di sviluppare terapie efficaci e tollerate», spiega il professor Cesare Gridelli, direttore Dipartimento di Onco-Ematologia Azienda Ospedaliera “Moscati” di Avellino e presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica (AIOT).


L’impatto della malattia sulla qualità della vita dei pazienti è molto forte, poichè presentano generalmente una sintomatologia molto importante caratterizzata da tosse, affanno (dispnea), dolore. Inoltre si tratta di anziani, quindi l’impatto è ancora più rilevante. La terapia, tuttavia, comporta un miglioramento dei sintomi e quindi della qualità della vita. Una maggiore tollerabilità al trattamento e minore tossicità, soprattutto a livello del sistema nervoso e del midollo, è stata evidenziata dall’associazione carboplatino/nab-paclitaxel negli studi clinici ‘ABOUND’, presentati al recente Congresso mondiale sul tumore del polmone: «Il programma ABOUND comprende 3 studi clinici principali - spiega Gridelli - i primi dati relativi all’attività antitumorale di carboplatino/nab-paclitaxel confermano la riduzione del tumore in un paziente su tre, la buona tollerabilità del farmaco, la riduzione dei sintomi e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti trattati. I dati riguardanti la sopravvivenza sono attesi entro la prima metà del 2017». Leggi l'articolo completo su
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