In pratica siete degli Xennial, per dirla con Dan Woodman, professore associato all'Università di Melbourne, che ha individuato una piccola «generazione di mezzo», quella che ha conosciuto sia il pre-digitale che quello che è venuto dopo, riuscendo ad adattarsi a due «mondi» completamente diversi. «Un'esperienza unica» secondo Woodman, che sottolinea come gli Xennial siano stati in grado di attraversare con successo la fine di un'era e l'inizio di un'altra.
Complici, forse, un'infanzia e un'adolescenza serena, senza abusi sui social media o umiliazioni via web. «Hanno organizzato incontri con gli amici solo con telefonate da telefoni fissi: si decideva un appuntamento e ci si presentava a quell’ora, ma hanno saputo adattarsi al web e ora fanno tutto attraverso le app». Sostanzialmente il simbolo vivente della capacità di adattamento dell'uomo: gli ultimi a ricordare che, quando la cassetta si inceppava nel mangianastri, il problema si poteva risolvere con una semplice matita e i primi ad acquistare entusiasti un iPhone apprezzando pienamente il fatto che per collegarsi a Internet non si dovesse più tenere libera la linea telefonica.
Gli Xennial non hanno il pessimismo della Generazione X e nemmeno l'ottimismo dei Millennial, ma hanno saputo mettere a frutto le proprie esperienze passate per guardare con uno sguardo tutto particolare il futuro previsto dai film di quando erano bambini.
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