Infatti la scuola, in questi anni, ha saputo in qualche modo autodisciplinarsi. Ormai nella maggior parte delle classi lo smartphone è entrato di diritto tra i supporti per la didattica. Circa il 9% degli intervistati dice che tutti i prof hanno ‘adottato’ il cellulare per spiegare; per il 47%, invece, si tratta solo di alcuni dei docenti. Ma che uso se ne fa? A più di 1 ragazzo su 3 – il 36% - viene chiesto di accenderlo per approfondire le spiegazioni; nel 13% dei casi per usare App durante lezioni e compiti in classe; la stessa percentuale (13%) lo sfrutta per prendere appunti e organizzare lo studio.
Tuttavia gli studenti sono ancora parzialmente scettici che sia davvero utile ufficializzare l’uso didattico dello smartphone. Solo il 21% di quelli che lo fanno è soddisfatto. Ma la metà – il 50% - si lamenta che i docenti ne sappiano meno di loro sull’argomento, rendendo di fatto poco costruttivo l’uso che se ne fa a scuola. E quasi un terzo – il 29% - è molto perplesso: per loro è perfettamente inutile il modo con cui sinora i professori si sono approcciati allo strumento.
L’unica cosa su cui potrebbe sul serio incidere una disciplina sull’uso degli smartphone a scuola è scoraggiare i ragazzi a maneggiare il cellulare durante le ore di lezione per scopi personali. Lo fa quotidianamente quasi la metà degli studenti: il 16% per chattare con gli amici, il 13% per controllare cosa succede sui social network, il 12% per fare ricerche su Internet (magari per aiutare i compagni durante le interrogazioni), il 4% per svolgere i compiti in classe o direttamente per giocare. In barba alla direttiva attualmente vigente – ma datata 2007, in epoca pre-smartphone – che impone di tenere i telefoni rigorosamente spenti fino all’ultima campanella della giornata.
Ma non è detto che le nuove norme funzionino: solo per il 23% degli studenti è giusto metterle nero su bianco per rendere più difficile trasgredire; mentre per il 42%, pur applaudendo l’iniziativa del Miur, ciò non impedirà di usare i telefoni per motivi non didattici. Per il 28%, invece, non serve proprio a nulla: non cambierà le cose. Alla fine, appena il 7% è spaventato, temendo di non poter più usare lo smartphone a piacimento. Leggi l'articolo completo su
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