Le scuole non si sentono pronte. I banchi monoposto, che inizialmente si pensava dovessero arrivare addirittura il 31 agosto, verranno invece portati nelle scuole con un calendario che vede le consegne fino a fine ottobre. Ma, senza banchi singoli, l'aula è troppo piccola e così gli studenti, spesso, restano a casa a studiare online oppure i più piccoli fanno lezione in aula con la mascherina per 5, 6 ore di fila.
È naufragata anche l'idea di riattivare i vecchi istituti, circa tremila, in disuso da anni: sarebbe costato troppo, si è preferito chiedere spazi aggiuntivi agli enti locali. Ma non sono stati sufficienti, soprattutto al Sud. Per tutti questi motivi molti dirigenti hanno preferito non aprire. Ma un altro fronte aperto riguarda i docenti: le assunzioni promesse sono andate male. Delle 85mila immissioni autorizzate, se ne sono concretizzate neanche 25mila. I restanti 60mila posti? A supplenza. E anche quest'anno la didattica sarà precaria, con le cattedre che cambieranno volto in continuazione.
Le graduatorie provinciali dei supplenti infatti, digitalizzate dalla ministra all'istruzione, Lucia Azzolina (foto), per snellire le procedure, hanno dato problemi: la pubblicazione definitiva in molte aree del Paese è andata a rilento, per errori e incongruenze da correggere e per l'enorme mole di dati da inserire, e i presidi hanno iniziato a chiamare i supplenti dalle graduatorie di istituto per avere i docenti in cattedra oggi o comunque quanto prima. Con l'effetto, come al solito, del valzer degli insegnanti in cattedra: i primi giorni c'è un supplente, poi ne arriva un altro e così via fino all'avente diritto.
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