Scuola, anno nuovo vecchi problemi, Cida: «Puntiamo sull'innovazione»

Scuola, anno nuovo vecchi problemi, Cida: «Puntiamo sull'innovazione»

Ormai ci siamo, domani mattina riparte ufficialmente il nuovo anno scolastico. Sarà così nelle prime regioni che hanno indicato il 12 settembre come inizio delle lezioni e poi, a seguire, in tutte le altre. E questo sarà l’anno della ripresa della scuola nella sua normalità. Senza obbligo di mascherine né distanziamento. Ma ad attenderla ci sono anche tante novità, legate al Pnrr che punta a rinnovarla. A cominciare dagli apprendimenti e dal rapporto tra scuola e università oppure scuole e mondo del lavoro.

 

Cuzzilla (Cida): «Autonomia, merito e apertura al mondo produttivo»

La vera sfida è il cambiamento, saper cogliere le opportunità del momento. “Scuole, università ed enti di ricerca, sono settori strategici per il corretto funzionamento, e lo sviluppo economico, sociale e culturale di ogni paese - ha commentato Stefano Cuzzilla, Presidente di Cida, la rappresentanza sindacale per la dirigenza e le alte professionalità di tutti i settori socio-produttivi, pubblici e privati - porli al centro del cambiamento, vuol dire creare futuro. Purtroppo, in Italia, questi settori non sono sempre tenuti in adeguata considerazione e necessitano di interventi ed azioni strutturali, non più rimandabili, su più versanti. Le parole d’ordine devono essere: autonomia, flessibilità, valutazione, merito, conoscenze interdisciplinari, apertura al mondo produttivo. Solo così riusciremo a formare professionisti in grado di guidare con competenza il nostro Paese”.

 

Rembado (Fp Cida): «Studenti forza motrice del futuro»

Lo sguardo al futuro è quindi fondamentale, soprattutto tra i banchi di scuola dove si formano le nuove generazioni: “Quando si parla di scuola, soprattutto all'inizio di un nuovo anno scolastico - dichiara Giorgio Rembado, presidente Fp Cida - manca sempre una riflessione sul futuro, perché la scuola è, o dovrebbe essere, oltre ad un'occasione per crescere, un investimento per gli studenti e per la società nonché il terreno per un collegamento tra istruzione e lavoro proiettato in avanti. Dobbiamo puntare sulla formazione dei nostri ragazzi che, da qui a pochissimi anni, saranno la forza motrice dell'Italia, e allo stesso tempo dobbiamo valorizzare il lavoro, l'impegno e la formazione del personale scolastico, consentendogli di muoversi in ambienti didattici all'avanguardia. E allora capovolgiamo la prospettiva tradizionale puntando sulla scuola del futuro".

 

Giannelli (Anp): «Anno nuovo, vecchi problemi»

Sul tema è intervenuto anche il presidente Anp, l’Associazione nazionale dei presidi,  Antonello Giannelli, che mette a fuoco i problemi della scuola con cui si apre il nuovo anno:  “La politica scolastica deve occuparsi, con una prospettiva di adeguato orizzonte temporale, delle criticità che denunciamo da anni. Le prassi didattiche sono superate e vanno radicalmente rinnovate per risultare più efficaci. Serve quindi un massiccio e capillare piano di aggiornamento del corpo docente. L’altro problema da risolvere prima possibile è quello del reclutamento. Il sistema dei concorsi centralizzati risulta fallimentare da numerosi decenni, alimenta il precariato e va riformato per consentire alle scuole di assumere direttamente docenti e personale Ata. La carenza di personale qualificato nelle segreterie, infatti, mette a rischio l’utilizzo dei fondi del Pnrr. La scuola deve rispondere alle esigenze del Paese: una popolazione più preparata crea più PIL. Dobbiamo trasformare le crisi che stiamo vivendo in opportunità di crescita e miglioramento”.

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