Lingua inglese, l'85% degli italiani la reputa fondamentale per il proprio futuro, ma il 40% non vuole migliorare il proprio livello

I risultati di una ricerca promossa dalla scuola Novakid

Lingua inglese

La lingua inglese come motore mentale. Per gli italiani non si tratta solo di comunicare, ma di scoprire una nuova cultura e mettersi alla prova in contesti nuovi e sfidanti. È quanto emerge da una ricerca commissionata all’Istituto AstraRicerche da Novakid, scuola di inglese online per bambini tra i quattro e i dodici anni.

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Quando si parla di lavoro, di viaggi, di socialità, c’è un aspetto sempre più importante e che avrà un ruolo primario nei prossimi anni: la conoscenza dell’inglese. Non si tratta solo di una questione lavorativa, peraltro aspetto fondamentale per la crescita professionale (per l’80%), ma di visione, in grado di avere un impatto diretto sulla vita delle persone.

Chi conosce l’inglese, anche a livello base, oggi probabilmente non sarebbe la stessa persona se non l’avesse studiato; non avrebbe avuto la stessa apertura mentale verso le culture straniere (per il 56%) e probabilmente non avrebbe fatto le stesse esperienze in tema di viaggi (per il 54%). Per non parlare delle relazioni: per oltre quattro persone su dieci la conoscenza dell’inglese è stata l’arma per stringere rapporti più stimolanti. In sintesi, si definiscono persone diverse grazie alla spinta ricevuta dal “motore mentale” rappresentato dalla lingua inglese. E questa spinta è ancora più importante per i giovani, per i quali la padronanza della lingua può cambiare realmente le future opportunità sociali (per l’87%) e lavorative (80%).

Secondo i dati, più della metà degli intervistati afferma di avere un livello di conoscenze adeguato sia a livello professionale che privato. E se si pensa a un futuro non troppo lontano, come ad esempio a quello dei propri figli, gli italiani ripongono grande fiducia nel fatto che questi impareranno l’inglese arrivando ad un livello decisamente più alto. Infatti, secondo gli intervistati, una buona padronanza dell’inglese è essenziale soprattutto per i più giovani: il 59% dichiara sia importantissimo per i bambini nell’ambito di un percorso di crescita e di apprendimento più fluido, per il 66% è essenziale per gli adolescenti, che un domani dovranno affacciarsi al mondo del lavoro, e il 62% lo ritiene fondamentale per i giovani adulti alle prese con i primi passi della propria carriera. Più in generale, l’Inglese è ritenuto fondamentale o importante da almeno l’85% del campione non solo per i più giovani, ma anche per gli adulti e per i soggetti che hanno difficoltà lavorative (disoccupati, precari, eccetera).

Se l’importanza dell’inglese sembrerebbe, dunque, indiscutibile è altrettanto vero che per buona parte del campione intervistato il livello raggiunto è buono o almeno coerente con le proprie necessità. Pensando al proprio livello di competenza, infatti, quasi il 40% di Italiani afferma che non ha intenzione di migliorare il proprio livello di conoscenza, e c’è una buona percentuale che si sente addirittura di poter trascurare la lingua, in quanto non ha necessità di mantenere i risultati raggiunti.

Ma l’inglese non è considerato utile solo per la vita lavorativa: il 49% degli intervistati, infatti, ripensando alle proprie esperienze, dichiara che la conoscenza di questa lingua sia stata più che utile anche nella vita sociale e di relazione. In particolare, la conoscenza dell’inglese ha aiutato gli intervistati ad “aprirsi” al mondo, alle culture straniere (56%), a viaggi ed esperienze (54%) e a determinati rapporti di amicizia (41%).

È proprio questa funzione sociale e culturale dell’inglese che spinge molte persone a prediligere un metodo di apprendimento autonomo e personale, fatto attraverso azioni quotidiane. Ad esempio, il 52% delle persone afferma di avere migliorato le proprie competenze grazie alla visione di contenuti multimediali in lingua, il 49% dà il merito a viaggi in paesi anglofoni, il 43% alla lettura di libri in inglese e il 40% all’ascolto di musica internazionale. Non sono trascurabili nemmeno i metodi tradizionali come i corsi di inglese o il tradizionale percorso scolastico, mentre meno diffusi sono i contatti sociali con altri parlanti la lingua.

Lo studio ha infine esplorato gli aspetti della lingua inglese che la popolazione italiana ritiene più difficili e ostici. È emerso che la “conversazione” (intesa come saper parlare e capire ciò che viene detto) sia l’elemento che più mette alla prova gli intervistati. Il 61% ritiene infatti difficile conseguire un buon livello di confidenza nel parlare, mentre il 59% ha difficoltà nell’ascolto e nella comprensione. A mettere in crisi gli italiani è soprattutto la pronuncia (difficile per il 69%) ma anche il vocabolario e la grammatica (58% e 57% rispettivamente).

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