Potenzialmente utili contro vari tipi di tumore, queste molecole hanno già dimostrato la loro efficacia contro il melanoma, nei primi test di laboratorio pubblicati su Nature Communications dall'Università di Pavia e dalla Sapienza di Roma, in collaborazione con le statunitensi Johns Hopkins University e Boston University. «Dopo oltre 10 anni di studi sostenuti dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), siamo riusciti a ideare queste piccole molecole che hanno la capacità di colpire selettivamente due bersagli distinti ma funzionalmente collegati e vicini nello spazio», racconta Andrea Mattevi, docente di biologia molecolare all'Università di Pavia.
«È stata una bella prova di creatività chimica: basti pensare che siamo partiti da una molecola che veniva usata contro depressione e Parkinson». Stravolgendo la sua struttura, i ricercatori hanno ottenuto delle molecole capaci di agire contemporaneamente su due bersagli: gli enzimi istone-deacetilasi e istone-demetilasi, autori di modificazioni chimiche che alterano la struttura 3D del Dna cambiando l'accensione e lo spegnimento dei geni. «Queste modificazioni chimiche, dette epigenetiche, sono cruciali per determinare l'identità della cellula», spiega Mattevi.
«La cellula tumorale è una cellula impazzita e noi sfruttiamo la sua crisi di identità per colpirla: o la resettiamo, facendola tornare come era in origine, oppure la induciamo al suicidio». È ancora presto per parlare di applicazioni sull'uomo, sottolinea Mattevi. «Per ora abbiamo ottenuto una prova di principio: le molecole sono selettive, non colpiscono le cellule sane e possono essere usate a dosaggi relativamente bassi. Speriamo che presto possano diventare dei veri e propri farmaci». Leggi l'articolo completo su
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