Lo studio è stato condotto dal gruppo di Antonio Giuseppe Naccarato (Dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell'università di Pisa), direttore della Sezione dipartimentale di anatomia patologica 1 dell'Aoup-Azienda ospedaliero-universitaria pisana, con Cristian Scatena, anatomopatologo e allievo della Scuola di dottorato in scienze cliniche e traslazionali dell'ateneo pisano, insieme a ricercatori dell'University of Salford di Manchester e in collaborazione con il Centro senologico dell'Aoup e la Fondazione pisana per la scienza Onlus. La ricerca clinica è stata condotta su 15 donne affette da carcinoma della mammella in stadio precoce e ha evidenziato, dopo solo 14 giorni di trattamento antibiotico, una riduzione significativa (in media di circa il 40%) del numero delle cellule staminali neoplastiche.
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I ricercatori dell'University of Salford, coordinati da Michael P. Lisanti, studiavano da tempo questo effetto in modelli tumorali in vitro, riconoscendo come la doxiciclina fosse capace di eradicare le cellule staminali neoplastiche in 8 diversi tipi di tumore, compreso il carcinoma della mammella. Questi studi hanno posto le basi per la realizzazione del primo trial clinico sull'utilizzo della doxiciclina in pazienti affette da carcinoma della mammella in stadio precoce e candidate perciò a trattamento chirurgico. Il trial è stato condotto nel Centro senologico dell'Aoup diretto da Manuela Roncella. Nel dettaglio, la doxiciclina è stata somministrata in 9 pazienti (braccio sperimentale), mentre ulteriori 6 pazienti sono state inserite come braccio di controllo: le prime hanno assunto l'antibiotico per i 14 giorni antecedenti l'intervento chirurgico, a una dose giornaliera standard di 200 mg; le altre, invece, sono state sottoposte direttamente a terapia chirurgica.
Numerosi marcatori biologici (di staminalità, di massa mitocondriale, di proliferazione cellulare eccetera) sono stati indagati in entrambi i bracci del trial clinico, confrontando i loro valori prima e dopo la terapia antibiotica, rispettivamente tra il tessuto tumorale della ago-biopsia preoperatoria e quello del pezzo chirurgico asportato.
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